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Il clima è impazzito, chi vuole salvare il Pianeta? La critica degli scrittori, il coraggio di Greta Thunberg e l’orrore di Dante

Occorrerebbe che la Modernità e la Complessità fossero affrontate con una diversa mentalità da chi ha le leve del Potere e può decidere il destino del mondo

La vita attuale è inquinata alle radici. L’uomo s’è messo al posto degli alberi e delle bestie ed ha inquinata l’aria, ha impedito il libero spazio. Può avvenire di peggio. Il triste e attivo animale potrebbe scoprire e mettere al proprio servizio delle altre forze. V’è una minaccia di questo genere in aria. Ne seguirà una grande chiarezza… nel numero degli uomini. Ogni metro quadrato sarà occupato da un uomo. Chi ci guarirà dalla mancanza di aria e di spazio? Solamente a pensarci soffoco! Ma non è questo, non è questo soltanto. Qualunque sforzo di darci la salute è vano. Questa non può appartenere che alla bestia che conosce un solo progresso, quello del proprio organismo. Allorché la rondinella comprese che per essa non c’era altra possibile vita fuorché dell’emigrazione, essa ingrossò il muscolo che muove le sue ali e che divenne la parte più considerevole del suo organismo. La talpa s’interrò e tutto il suo corpo si conformò al suo bisogno. Il cavallo s’ingrandì e trasformò il suo piede. Di alcuni animali non sappiamo il progresso, ma ci sarà stato e non avrà mai leso la loro salute. Ma l’occhialuto uomo, invece, inventa ordigni fuori del suo corpo e se c’è stata salute e nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l’uomo diventa sempre più furbo e più debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni parevano prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la forza dello stesso, ma, oramai, l’ordigno non ha più alcuna relazione con l’arto. Ed è l’ordigno che crea la malattia con l’abbandono della legge che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione salutare. Altro che psico-analisi ci vorrebbe: sotto la legge del possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati. Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e malattie.

Così faceva scrivere, nel suo diario, più di un secolo fa al malato Zeno Cosini il geniale autore de La coscienza di Zeno, Italo Svevo, nella parte conclusiva del suo celebre romanzo. Il grande triestino, nella sua intelligente e disperata provocazione dell’enorme esplosione (la bomba atomica!) che distrugge il pianeta ma forse potrebbe ridargli la salute visto che è così irrecuperabilmente malato, ha dimostrato come l’artista, il poeta, lo scrittore è davvero un veggente, un uomo che, grazie al terzo occhio della cultura e della sapienza intellettuale, riesce a vedere e anche ad antevedere quello che gli altri non vedono e non prevedono. 

Il malato, il nevrotico Svevo aveva visto bene già più di cento anni fa e chissà cosa direbbe oggi di fronte ad un pianeta abbandonato a se stesso, al suo destino, come se non ci appartenesse! La pericolosa deriva del pianeta Terra a cui non si vuol porre rimedio ha i suoi colpevoli. Surriscaldamento del pianeta, buco dell’ozono, effetto serra, desertificazione, epidemie, pandemie, clima impazzito, ghiacciai che si sciolgono per l’eccessivo e anomalo aumento delle temperature provocando sconvolgimenti, tragedie e morti com’è avvenuto con il recente crollo di un enorme seracco di  ghiaccio che si è staccato dalla cima della Marmolada, non sono fenomeni senza colpevoli: i colpevoli ci sono e hanno un nome e cognome: sono i Potenti della Terra, i capi degli stati più importanti e più industrializzati del mondo e sono le classi capitalistiche, le élites industriali che pur di fare profitti e superprofitti sono disposti a mandare in rovina la casa comune in cui tutti noi abitiamo, appunto la Terra che, come già ha avvertito da alcuni decenni il grande filosofo della Complessità Edgar Morin, è la sola casa che abbiamo. Se, poi, ci mettiamo anche gli effetti e le conseguenze che possono avere le guerre in corso sul pianeta impazzito (quella tra Russia e Ucraina certamente la più devastante) allora siamo messi veramente male…

Purtroppo, la voce di giovani coraggiosi come l’attivista scandinava Greta Thunberg, che ha gettato il suo urlo disperato contro i Potenti della Terra affinché si adoperino con solerzia per la salvezza del pianeta, non viene seriamente ascoltata, si finge di ascoltarla ma poi viene ignorata e anche messa a tacere o fatta oggetto di disprezzo e di scherno da parte di alcuni quotidiani che sono schierati dalla parte di chi il pianeta sfrutta per i propri poco nobili fini creando il neologismo gretini, ovvero cretini, per i seguaci e gli ammiratori della giovanissima attivista…

Anche un grande autore come Giovannino Guareschi, il creatore di Don Camillo e Peppone, si era reso conto, già sul finire degli anni Sessanta del Novecento, che il mondo andava a catafascio. In una sua fiaba, La calda estate del Pestifero, narrava di alcuni ragazzi che, riuniti in una banda, cercano di fuggire dall’aria inquinata e dall’eccessiva calura andando alla ricerca di un luogo dove ci fosse aria pulita, sole, acqua pura da bere senza timori e un po’ di pace. Insomma, fuga dalla Modernità, verrebbe da dire, perché, in verità, a monte c’è il problema della Modernità. Guareschi spiegava così il perché del suo racconto: Il mondo è stato ridotto a una grossa palla di terra sulla quale alcuni miliardi di formiche si danno disperatamente da fare per cercare di vivere sempre più scomodamente. Per questo, aggiungeva, ho voluto allontanare i protagonisti del racconto dalla città mostruosa dove il cemento, l’asfalto, il fumo delle fabbriche, il frastuono, i gas mefitici delle automobili, l’elettricità, la invisibile rete di radiazioni magnetiche eccetera hanno staccato l’uomo dalla Natura, costringendolo a vivere una vita innaturale

Insomma, una vera e propria critica della Modernità quella di Guareschi che si va ad aggiungere a quelle già fatte a suo tempo da Rousseau, Leopardi, Verga, Svevo e, più vicino a noi, da Pasolini. Il problema è grande quanto una montagna e le domande essenziali sono queste: cosa fare per non tornare al  Medioevo, rimanere moderni, non uscire dalla Modernità, mantenere le conquiste fatte finora con la Rivoluzione Industriale rendendo, però, la vita vivibile, sostenibile sul pianeta Terra? Perché di questo si tratta: se non vogliamo tornare al Medioevo, cosa fare per la qualità della vita su questo mondo? Secondo Marcello Veneziani (Panorama, 13 luglio 2022) occorre rassegnarsi e convivere con tutto questo disastro universale: viviamo nell’età dell’impotenza, occorre prendere atto che noi non siamo i padroni, i signori dell’universo e se cambiamo mentalità allora arriveremo alla conclusione che solo un dio ci può salvare, anzi che solo un dio si può salvare… Si tratta di una visione consapevole della gravità della situazione ma che non punta il dito contro nessuno dei Potenti politici ed economici della Terra: accetta l’esistente e invita alla rassegnazione. Invece, occorrerebbe una Rivoluzione Culturale, una svolta a 360° sia nelle menti dei popoli che in quelle di chi gestisce le leve del Potere e giungere a questa conclusione: Il pianeta lo stiamo uccidendo, la Natura la stiamo maltrattando come non mai e si ribella come può: o ci mettiamo tutti a tavolino seriamente e riflettiamo su cosa fare subito per salvare il mondo o questo, prima o poi, finirà per la nostra scarsa saggezza e soprattutto per aver voluto sfruttare il pianeta Terra per il proprio tornaconto, per il Potere, la potenza economica e le ricchezze che accecano gli uomini e gli Stati.

Insomma, per salvare il pianeta e il mondo basterebbe un po’ di buonsenso (quello che manca quasi sempre…), basterebbe il senso della misura, dell’accontentarsi di quel che basta, anziché fare la corsa a chi più distrugge ma incassa montagne di denaro e accumula Potere e privilegi tanto da finire per possedere, in pochi, il cinquanta per cento della ricchezza mondiale mentre l’altra parte appartiene a sette miliardi di individui… Per salvare i pianeta occorre ridurre drasticamente le emissioni di CO2, cioè di anidride carbonica, e puntare decisamente sulle energie pulite, sulle rinnovabili e per le auto puntare su quelle elettriche e/o all’idrogeno e, comunque, non più alimentate da sostanze altamente inquinanti. Nulla di più sbagliato che pensare ancora alle centrali nucleari e al ritorno al carbone come si sta facendo in questi mesi di fronte alla crisi del gas, ridotto dalla Russia come ritorsione per le sanzioni inflitte dai paesi Occidentali in seguito all’aggressione all’Ucraina: c’è il sole: bisogna pensare a come utilizzare al meglio questa grande risorsa.

Un uomo dall’etica superiore come Padre Dante rimarrebbe allibito di fronte a tutto quello che abbiamo sotto i nostri poveri occhi ma che chi domina sulla Terra finge di non voler vedere: Egli getterebbe il suo potente urlo contro chi non fa nulla per salvare la bellezza della Terra e dell’universo e manderebbe tutti i colpevoli all’inferno, Lui che era convinto già ai suoi tempi che la Terra è un vero e proprio Eden, un Paradiso Terrestre che gli uomini fanno di tutto per rendere un inferno.

*Salvatore La Moglie, scrittore

Salvatore La Moglie