VerbumPress

Il rapporto tra il montaggio e la regia nella serie: “Hanno ucciso l’uomo ragno – La leggendaria storia degli 883”

Andrea Ricciotti, montatore della serie si racconta a Verbum Press

La serie “Hanno ucciso l’uomo ragno- La leggendaria storia degli 883” del 2024, è stata prodotta da Matteo Rovere e Sydney Sibilia (Sky Studios e Groelandia), Andrea Ricciotti è stato montatore degli episodi 5-7-8 diretti da Francesco Ebbasta.

Andrea benvenuto su Verbum Press e grazie della tua disponibilità. Prima di tutto parlaci delle tue esperienze pregresse come montatore. Di niente  Jean-Pierre, provengo dal mondo del videomaking. Sono stato assistente al montaggio per “Bentornato Presidente” di Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, poi assistente al montaggio per il Cit Studio di Vincenzo Alfieri come trailerista. In seguito Francesco Ebbasta mi ha chiamato come montatore sul set per “Generazione 56K”. (In pratica L’Assistente al montaggio per VFX, postproduzione aiuta il montatore, figura tecnica ed essenziale). Inoltre Francesco Ebbasta mi ha voluto come montatore per la prima serie “Pesci Piccoli- Un’agenzia, Molte idee. Poco Budget” (a maggio uscirà la seconda serie).

Come sei stato ingaggiato dalla produzione della serie: “Hanno ucciso l’uomo ragno- La leggendaria storia degli 883”? Sono stato ingaggiato, perché Francesco ha iniziato e lui ha voluto me come montatore, senza nessuna titubanza, c’è stato un bellissimo scambio e tanta complicità. Si lavorava in coppia tra regia e montaggio e una volta che sia arrivava ad un buon risultato ci si confrontava con altri registi e montatori degli altri episodi.

Qual è il rapporto tra il montaggio e la regia nella serie? È un rapporto molto stretto. Con Francesco Ebbasta si lavorava molto bene, l’intesa era di pancia, nell’emotività del racconto. La cosa bella è che non ci facciamo mai sconti e la fatica non prende mai il sopravvento quando lui e stanco lo sprono io e quando lo sono io mi sprona lui, (un po’ come il rapporto di simbiosi tra Repetto e Pezzali nella serie).

Puoi raccontarci qualche aneddoto e qualche curiosità sulla serie e i suoi protagonisti? Uno dei momenti più emozionanti, è vedere il concerto all’Aquafan dopo il lavoro certosino di postproduzione. Per l’esibizione all’Aquafan il pubblico è stato moltiplicato digitalmente, dando un effetto finale spettacolare. L’obiettivo della postproduzione era nascondere il più possibile i segni dei nostri tempi. Infatti nella ricostruzione storica sono stati cancellati digitalmente molti condizionatori d’aria o macchine non dell’epoca. A livello di set (scenografia) molto elaborata Radio Deejay, poi macchine d’epoca (per arrivo del gruppo dei Metallica). Oltre alle scenografie anche per i costumi c’è stato un grandissimo studio di abbigliamento, effetto nostalgia, la storia è molto universale. Particolarmente preciso, ha toccato il cuore delle persone.

Attualmente a quali progetti stai collaborando? Il progetto supervisione al montaggio “Codice Puccini” per Raiplay, montatore della seconda stagione “Pesci Piccoli” per Prime Video

Qual era l’intenzione registica di Sydney Sibilia? Lui era lo Showrunner, si sono inventati due punti di vista non distanti il regista Francesco Ebbasta era più emotivo e Sydney Sibilia era più votato commedia e all’azione. Sydney era molto appassionato al gruppo degli 883 avendo vissuto quell’epoca, io che sono più giovane li ho scoperti in seguito.

*Jean-Pierre Colella, docente