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Complesso Vince e i Ruvidi – “Casadei secondo Vince” 

La musica di Secondo Casadei a bordo di un battello sul Mississippi; l’incontro tra la Romagna e l’America, tra il dialetto romagnolo e il Blues

Il disco del Complesso Vince e i Ruvidi, prodotto da Casadei Sonora, è un omaggio al padre del folk romagnolo nel quale le canzoni prendono forma nel suono paludoso che caratterizza il batterista e cantante forlivese Vince Vallicelli (batterista di indiscutibile talento e di grandissima esperienza, diplomato in percussioni al Conservatorio di Pesaro, ha collaborato con importanti artisti italiani e internazionali ed è stato premiato come Miglior Batterista Blues italiano nel 2002 dalla rivista Blues and Blues).

Il progetto vede poi al basso, contrabbasso e produzione artistica Roberto Villa, al pianoforte Vanni Crociani, alla chitarra Fabio Mazzini, al violoncello Gionata Costa, al violino Andrea Costa, Francesco e Alessandro Maltoni ai cori. 

– Guarda il video animato di presentazione realizzato da Aimone Marziali e Diego Parbuono  https://youtu.be/3grQg5DsFUM?si=uuMUDPHeXm63G0FO 

– Ascolta il disco su Spotify https://bit.ly/3Qqg0fl  

Vince Vallicelli e Secondo Casadei

Nell’aia di una casa di campagna, dove le galline razzolanti sono scalciate da contadini in festa, da danzatori anelanti, in un momento lontano dalla fatica dei campi, si incontrano due generi musicali che, a un primo ascolto, potrebbero sembrare molto lontani.

Cosa unisce blues e folk romagnolo? Il rispetto per i fasti e le tradizioni.

Entrambi i generi affondano le radici nell’Ottocento e hanno percorso tutto il Novecento portando fieri la bandiera delle origini, senza rinunciare alla genuinità del gioco e dell’incontro. Secondo Casadei trasformò le tradizioni romagnole in un fenomeno di massa; le sue canzoni e la sua orchestra hanno fatto conoscere all’Italia intera la Romagna: terra dove si offre il vino a chi chiede da bere e dove spiaggia e balera sono una il proseguimento dell’altra.

Il Blues ha riscritto le regole della musica mondiale. Non è semplicemente un genere, è la lingua con cui il popolo afroamericano ha insegnato al mondo il significato di orgoglio, rivincita sociale, fede, fratellanza.

E allora, Vince? Cosa c’entra Vince in tutto questo?

Vince Vallicelli, batterista e cantante blues forlivese, scrive canzoni in dialetto romagnolo e c’entra eccome!

Vince ha percorso strade italiane e americane, in attesa di salire ogni sera su un palco a suonare. Non importa dove, non importa davanti a quante persone: la sua musica è incontro e scambio. A New Orleans, in una balera a Lugo, o in un’aia di un luogo senza nome.

“Cosa mi ha portato a fare questo progetto, ad arrivare fino a qui?”

Nei primi anni del Duemila, venni attratto dalla nostra lingua dialettale; il legame è sempre stato forte, la parlavo fin da bambino con mio nonno. Ho cominciato a registrare dischi, pensare a progetti in dialetto, mantenendo però fede al mio amore per il blues e per la “black music”.

Da lì ho cominciato a interessarmi ai poeti dialettali ed è nata questa miscela tra blues e dialetto romagnolo. Più mi addentravo in questo mondo e nel mio territorio, più cresceva l’attrazione per questa terra, questa Romagna, questa musica scritta dal Maestro Secondo Casadei.

Nel 1970 feci un tour con il Complesso di Secondo Casadei; ricordo che viaggiavamo in pulmino, anzi in due pulmini Volkswagen, ed era bellissimo. E’ stata un’esperienza stupenda.

Ricordo che mio zio Nevis Bazzocchi, batterista storico dell’Orchestra Casadei, cantava “Un bes in bicicleta”, e quindi oggi, ripensando a questo nuovo progetto, ritrovo un sincronismo, un destino, un karma, che mi porta a eseguire i pezzi di Secondo Casadei un tempo cantati da mio zio. Il nipote che si ripresenta dopo 50 anni: questa è la passione, l’interesse che mi ha portato a formare questo nuovo complesso. L’idea mi girava in testa già dai tempi del mio disco “La Fevra” e finalmente ora vedrà la luce. Un omaggio alla famiglia Casadei: Riccarda, Lisa e Letizia. Un album dedicato al babbo, la mia visione della sua musica: Casadei Secondo Vince.

TRACKLIST: 

01. Sturneli ad Rumagna

02. Un bès in biciclèta 

03. Burdèla avèra 

04. Appassiunêda 

05. Lôm a merz 

06. Nadèl in Rumagna 

07. La ven da la zità 

08. Spagnolita 

09. Angelo Effe

LINK UTILI 

FB Casadei Sonora: 

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FB Vince Vallicelli: 

https://www.facebook.com/vince.vallicelli

IG Casadei Sonora: 

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IG Vince Vallicelli: 

https://www.instagram.com/vincevallicelli/

CREDITS DISCO: 

Registrato nel febbraio 2023 negli studi de L’Amor Mio Non Muore – Forlì Italy

Vince Vallicelli – batteria percussioni voce

Roberto Villa – basso contrabbasso

Vanni Crociani – pianoforte

Fabio Mazzini –  chitarre

Gionata Costa – violoncello

Andrea Costa – violino

Alessandro Maltoni – cori

Francesco Maltoni – cori

Missato da Franco Naddei e Roberto Villa presso L’Amor Mio Non Muore – Sala D’Incisione Forlì

Master di Ivano Giovedì presso Waveroof studio Castel Bolognese Ravenna

Adattamento e revisione testi a cura di Claudio Molinari.

Produzione artistica di Roberto Villa.

Produzione esecutiva Edizioni Casadei Sonora.

ENZO VALLICELLI in arte «VINCE» nasce a Forlì nel 1951; il suo percorso musicale inizia all›età di quindici anni, quando l›attenzione per il ritmo lo distoglie da ogni altro interesse, ed è così forte da fargli intraprendere una ricerca ed uno studio approfondito. Decide di iscriversi al conservatorio di Pesaro «Gioacchino Rossini», frequentando il corso di percussioni, e presto scaturiscono in lui il desiderio e l›impulso di comunicare attraverso il linguaggio ritmico, formando così il suo primo gruppo; il «SECOLO 2000» continuando a suonare la batteria come autodidatta. Le sue esperienze si moltiplicano e si intrecciano al punto da trasformare una grande passione in una vera e propria professione e in uno stile divita.

Nel 1972 l›incontro con Elio D›Anna, Corrado e Danilo Rustici lo porta direttamente a Londra  dove incidono al Trident Studio›s un LP firmato «UNO», seguito da una lunga tuornèe in Italia. Questa esperienza rappresenta la prima tappa importante della sua carriera musicale, e si comincia a delineare un profilo artistico caratterizzato da una forte personalità, un temperamento estroverso e trainante, capace di coinvolgere musicisti dotati di grande feeling. Viene considerato in gergo tecnico «Motore Inarrestabile», anche se nelle sue performance non mancano accenti di creatività, e si accredita un riconoscimento nell›Enciclopedia Italiana del Rock ( Arcana Editrice ). La sua attività prosegue successivamente dal 1980 al 1984 nelle tournèe di cantautori italiani ( Nannini, Finardi, Bertoli, Solfrini ) e fra le pareti ovattate delle sale d›incisione. Ma l›ambiente che più gli si addice è il palcoscenico, il contatto diretto con il pubblico dei clubs e dei festivals che riesce a percepire l›energia e le emozioni sprigionate da un concerto. Guidato da uno spirito intraprendente continua ad esplorare nuovi temi e nuovi linguaggi musicali (Jazz-Swing-Blues-Zaydeco ) al fianco di musicisti di talento che lo portano a raffinare la sua tecnica virtuosa e a personalizzare il suo stile, ma l›incontro determinante avviene nel 1988 con l›armonicista Andy J. Forest che gli fa da Cicerone sulla strada del Blues. Insieme per tre anni fanno molti concerti ed incidono due CD: «Grooverockbluesfunk›roll» e «Shuffle City» (live at Montreux Jazz Festival 1989). Il panorama musicale si allarga, ma la strada da seguire è sempre una sola; le dodici battute non richiedono più una tecnica straordinaria e dirompente, ma l›equilibrio fra questa e lo stato d›animo con cui si emette ogni colpo di bacchetta o di spazzola ovvero il «Groove». Continuano gli innumerevoli concerti live al fianco di cantanti che spaziano tra il Soul, il Blues, il Rhytm & Blues, come Shirley King ( figlia di B.B.King ) , Karen e Jeanne Carrol, Angela Brown, Zora Young, Cheryl Porter, Ginger Brew, Crystal White, Kay Foster Jackson,Harriet Lewis. 

Tre anni di attività con la Rudy Rotta Band (1990-1993) lo portano sulla scena europea del blues, ottenendo ottimi apprezzamenti e permettendogli di suonare con personaggi del calibro di: Luther Allison (purtroppo scomparso recentemente), Sugar Blue (Rolling Stones, Frank Zappa), Lovie Lee (pianista di Muddy Waters), Carey Bell (armonicista di Muddy Waters), Billy Gregory (It›s a beatiful day). A questo punto della sua esperienza Vince decide di formare una propria Band, la «Vince Vallicelli Band» per non essere solo un batterista, ma un musicista, protagonista della propria espressione musicale e del proprio stile. Dopo un ritorno dagli States, e più precisamente Austin (Texas) e New Orleans (Louisiana) ecco apparire sul mercato due CD eccellenti: «Chicken Gumbo» col chitarrista americano Billy Gregory, e «Tot loh doon Faruyè» col cantante saxofonista James Thompson. Recentemente è uscito «New Blues», prodotto da G.G. King fondatore della NLM Records. Un percorso di tante bacchette spezzate e pelli consumate, un collage di esperienze più o meno facili, l›intenzione di proseguire il percorso come leader, Vince lo dimostra proponendo una Band tra le più qualificate della sfera Blues italiana. È stato inoltre premiato come miglior batterista blues italiano nel sondaggio fatto da www.bluesandblues.it nel 2002.

Vince è endorser dei piatti UFIP, delle batterie TAMBURO, dei rullanti GEMINIANI e STROMBERG, e delle bacchette ROLL, ed è spesso seguito dalle principali testate del settore musicale con recensioni articoli e interviste. 

*Orazio Martino, music manager & promoter

Orazio Martino