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I tratturi e la transumanza

“Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare. Ora in terra d’Abruzzo i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare”. Sono versi tratti dalla poesia: “I pastori” scritta dal poeta abruzzese Gabriele D’Annunzio in un momento in cui non si trovava a vivere in Abruzzo ed è dedicato ai pastori che da secoli e per secoli hanno praticato la transumanza. Con il termine transumanza si indica la migrazione stagionale delle greggi: la transumanza invernale consisteva nello spostamento delle greggi dai pascoli situati in zone collinari o montane verso la pianura e la transumanza estiva nello spostamento delle greggi dai pascoli situati nelle pianure ai pascoli collinari e montani. 

Questi spostamenti avvenivano lungo sentieri erbosi e larghi fino a 100 metri, a tratti pietrosi o fatti di terra battuta e si chiamavano tratturi. I tratturi erano di proprietà dello Stato e rappresentavano le autostrade del passato: si pagava il pedaggio e lo Stato garantiva ai pastori i pascoli per le proprie greggi. 

Lungo i tratturi c’erano i termini che definivano la proprietà.

Nel centro-sud d’Italia l’allevamento ovino è sempre stata un’attività molto redditizia perché, oltre alla produzione dei prodotti caseari come il latte e il formaggio, tutto il commercio della filiera tessile era legata alla lana delle pecore.

L’Abruzzo ha fatto parte per secoli del Regno di Napoli, detto anche Regno delle due Sicilie, che aveva istituito ufficialmente i tratturi. 

I possessori di greggi, al fine di garantire alle loro pecore il miglior foraggio possibile, si spostavano in maggio dalla Puglia per recarsi nei pascoli appenninici in Abruzzo. A settembre, invece, facevano il percorso inverso: dalle montagne scendevano a temperature più miti fino al Salento, a Taranto e a Lecce.

In queste due cartine vediamo quanto era estesa la rete dei tratturi.

I tratturi più importanti erano:

1) quello che da L’Aquila andava a Foggia chiamato Tratturo Magno perché era il più grande;

2) poi c’era il Tratturo Centurelle-Montesecco più breve;

3) quello più esterno andava da Pescasseroli a Candela

Le Regioni interessate erano essenzialmente tre: Abruzzo, Molise e Puglia.

Arrivati a Foggia c’era la confluenza di questi percorsi e si trovava la così detta “dogana”.  Lungo il percorso dei tratturi c’erano le soste durante le quali gli uomini intrattenevano rapporti di amicizia e di commercio con gli artigiani e i venditori locali. Si intrecciavano così i traffici e i diversi tratti culturali e devozionale in un continuo scambio. Le due foto seguenti testimoniano che la transumanza avveniva anche lungo le strade centrali dei paesi e che lungo i tratturi si incontravano luoghi di culto.

Le ultime foto che seguono, scattate sul lungomare adriatico dimostrano che sulla nostra costa, all’altezza di Silvi, Montesilvano, Pescara ecc. fino a una trentina di anni fa avveniva la transumanza e c’era per giorni il passaggio delle greggi. Poi è intervenuta la capitaneria di porto che ha impedito il passaggio lungo quella che era la bretella del tratturo che partiva dall’appennino teramano, passava lungo la costa adriatica e poi si ricongiungeva all’altezza di Lanciano al Tratturo Magno. E così anche questa tradizione è venuta meno. 

*Marilisa Palazzone, docente

Marilisa Palazzone