Super antieroi
Victor Mancini è il protagonista di uno dei romanzi più celebri di Chuck Palahniuk: “Soffocare”.
È un uomo che trova un modo del tutto singolare di procurarsi un reddito extra: fingere di strozzarsi col cibo nei locali, per farsi soccorrere da uno dei presenti.
Victor, infatti, ha realizzato una scoperta: quando una persona ti salva la vita, la sua riconoscenza nei tuoi confronti è molto più forte della tua nei suoi.
Tu hai salva la pelle, ma quella persona ha qualcosa di ancora più grande: è legittimata a considerarsi un eroe.
E, dunque, si sente in debito con te, ti si lega per sempre. Ti manda biglietti di auguri, soldi, regali.
Come se fossi un figlio. Come se quella vita te l’avesse data, evitando che tu la perdessi troppo presto.
E così Victor, cena dopo cena, ristorante dopo ristorante, come un attore in tournée, mette ripetutamente in scena il suo cavallo di battaglia.
Un pasto di traverso dopo l’altro, forma la sua famiglia allargata di eroi riconoscenti.
Pronti a offrirgli tutto ciò di cui ha bisogno e che desidera, per ripagarlo del dono che lui ha fatto loro: la gloria.
“A tutti piacerebbe salvare una vita umana sotto gli occhi di altre cento persone”, scrive Palahniuk.
Victor Mancini è un truffatore, un bugiardo cronico. Di certo, non è il miglior esempio da seguire.
Però, dalla sua storia, qualcosa di buono lo si può tirare fuori.
La parte marcia è il guadagno illecito, ottenuto con la menzogna. Ma, tolto questo, il messaggio di fondo è tutt’altro che malsano.
Quante volte avremmo bisogno di aiuto e non lo chiediamo?
Per orgoglio, per fatica, per paura di sentirci in debito dopo…
Chi più chi meno, lo facciamo un po’ tutti.
Perché non abbiamo compreso, o non teniamo a mente, ciò che Victor, invece, ha capito: che la faccenda funziona proprio al contrario.
La cosa più altruista ed eroica che possiamo fare è lasciare il posto dell’eroe a qualcun altro.
Mostrarci nelle nostre vulnerabilità e dare al prossimo la possibilità di porgerci una mano. E di godere della soddisfazione che ne deriva.
Pensiamo a chi fa volontariato.
Quasi sempre, ciò che dà gli sembra nulla in confronto a ciò che riceve da quell’esperienza.
Ma basta anche molto meno per afferrare il meccanismo.
Tenere il portone aperto a un vicino con le borse della spesa, azzeccare in pieno un regalo, dare un consiglio a qualcuno e sentirsi dire “ho questo problema, non l’ho raccontato a nessuno, sei la prima persona a cui lo confesso”…
Chiunque abbia vissuto una qualunque di queste cose, sa quanto sia bello sentirsi dire “grazie” con un sorriso, vedere un’espressione felice all’apertura di un pacchetto, essere “l’unica persona di cui mi fido”.
Dare è spesso molto più semplice che ricevere.
Offrire è una passeggiata in confronto a dover chiedere.
Perché la vita è facile quando gratifica e dà la possibilità di sentirsi ammirevoli e potenti.
Il difficile è ammetter(si) di essere fragili, imperfetti, umani.
Bibliografia:
Chuck Palahniuk, Soffocare – Mondadori
*Mariachiara Silleni, giornalista, copywriter & communications specialist