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I nuovi fantasmi di Achille Guzzardella

La mostra, inaugurata il 7 marzo, si trova presso la sede della Società per le Belle Arti o Permanente di Milano

Ha inaugurato il giorno 7 marzo 2024 presso la sede della Società per le Belle Arti o Permanente di Milano la mostra “Sogno e realtà” con opere di Achille Guzzardella, scultore e pittore milanese, attivo da oltre 50 anni sulla scena artistica italiana e internazionale. Per l’occasione sono state esposte sue ulteriori varianti sul tema de “I fantasmi della guerra”, già scelto per l’omonima personale tenutasi a Verona nel febbraio 2023. 

Le tele presentate a Milano nascono da un’idea maturata nel corso dell’anno passato, che ne fa immagini di morte, spettatori di ciò che accade nella realtà moderna; quest’ultima appare agli occhi dell’artista sempre meno controllabile, preda di un presunto progresso tecnologico, che ha portato alla dissoluzione dei valori morali e alla perdita di saldi punti di riferimento. Ed è da questa presa di coscienza che prende avvio la meditazione, del tutto personale, di Achille Guzzardella sul soggetto in questione: i fantasmi, infatti, sono sia una proiezione della spiritualità dell’artista, uomo di fede e formazione cattolica, sia un mezzo per denunciare l’annullamento dell’individuo, totalmente in balia di onnipresenti forze oscure. Ombre, presenze, figure umane stilizzate diventano, così, emblema dell’incertezza contemporanea; esse ci guardano, serene, dalla loro condizione privilegiata, derivante dal fatto che sono già morte e, quindi, indifferenti a ciò che le circonda. 

In “Come ombre” (2023), ad esempio, le forme sono appena accennate ed emergono come lampi di luce dal colore a olio e a tempera, steso di getto per conferire alla tela un effetto di velocità; in “Vicino a noi sempre” (2023), invece, i fantasmi diventano automi disegnati schematicamente, che appaiono intrisi di colore, qui più materico in quanto la pennellata si fa più corposa e meno liquida. 

Le numerose varianti sul tema presenti in mostra si contraddistinguono per la loro vis cromatica, fatta di gialli di diverse tonalità e di tinte aranciate, ma anche per il segno, ora più labile ora più graffiante e deciso. Oltre ai dipinti, in occasione dell’esposizione è stata presentata per la prima volta la scultura lignea “L’Uomo che non ride mai”, un monstrum, creatura prodigiosa, soprannaturale e, in questo senso, mostruosa di essere che trattiene dentro di sé un bambino, raffigurato in modo sintetico e simbolico proprio sotto la testa dell’orrida creatura, come se questa si impossessasse del nuovo nato e lo dominasse. Scultura di gusto espressionistico e dal forte impatto visivo, l’opera esterna – mediante un linguaggio violento ed emozionale – le riflessioni interiori sul tema della società odierna, nella consapevolezza delle problematiche in essa presenti e della sua “decadenza sociale e artistica”, come recita il titolo di un saggio dello stesso Guzzardella. 

Nel medesimo giorno, sempre nella stessa sede espositiva, sono state presentate anche le opere dei Soci della Società Permanente, tra le quali un’altra scultura di Achille Guzzardella, intitolata “Laila” (2018), testa in cotto nero, rappresentante una donna di origine marocchina, la cui fisionomia viene momentaneamente disgregata tramite la lavorazione frantumata della creta, ma poi immediatamente ricomposta nella perfezione dei suoi tratti e dell’espressione. Scultura plasticamente palpabile, in cui emerge concretamente la mano dell’artefice tramite la forza del gesto e la materia, “Laila” – esattamente come accade per i fantasmi – appare provata, segnata, manipolata dalla mano dell’autore e, forse, anche dalla vita.

*Valentina Motta, scrittrice

Valentina Motta