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La Luna ha accolto l’India e si fa un altro pezzo di storia

Al contrario di quanto si pensa, anche dopo esserci stati svariate volte, riuscire ad atterrare sulla Luna è sempre una sfida. L’India c’è riuscita e per prima è arrivata dove non eravamo mai arrivati finora.

Eccoci qui, in quello che è lo strascico di un’estate appena finita, pieni ancora dei momenti spensierati e felici collezionati durante questi mesi caldi e assolati. Tra una passeggiata nella natura, un tuffo al mare o un’immersione totale in qualche posto del mondo bellissimo, non so se sapete che anche la Luna ha contribuito a rendere davvero indimenticabile quest’estate.

L’intero tragitto di Chandrayaan-3 con indicati anche i siti di supporto alla missione. Credits: ESA

E no, non è per la “Superluna Blu” che c’è stata tra il 30 e il 31 agosto, anche perché non è stata né “super” né “blu”: con “Superluna”, infatti, si intende la Luna al suo Perigeo (il punto più vicino alla Terra) che quindi appare leggermente più grande della media (leggermente) e con “blu” non intendiamo il suo colore ma il raro evento di avere due pleniluni in un mese (la derivazione del termina “Luna Blu” è inglese). Ma questa è un’altra storia e ne parleremo un’altra volta. 

Tornando a noi, dicevo, la Luna è stata protagonista di qualcosa di molto più affascinante: l’India e la sua agenzia spaziale, l’ Indian Space Research Organisation (ISRO), sono riuscite ad allunare nel Polo Sud lunare con la missione Chandrayaan-3. Già immagino quanto starete dicendo: “Ancora? Ma non c’eravamo già stati sulla Luna? Che c’è di nuovo? Qual è tutto sto fascino?”. Beh, se non vi faceste queste domande, probabilmente il mio ruolo sarebbe superfluo, quindi bene così e, se avrete pazienza, risponderò a tutto (o quasi).

Le prime immagini inviate da Chanrayaan-3 dopo 1 giorno in orbita attorno alla Luna – Credits: ISRO

Partiamo dalla missione. Chandrayaan-3 (in sanscrito “chandra” = luna, “yaan” = viaggio) è la terza sonda del suo genere, succeduta al successo di Chandrayaan-1 nel 2008 che ha dimostrato la capacità indiana di progettare una missione interplanetaria, di entrare in orbita polare attorno alla Luna e mapparne la superficie, e allo schianto di Chandrayaan-2 nel 2019, che avrebbe dovuto fare ciò che invece ha fatto Chandrayaan-3. Le comunicazioni della sonda con la Terra sono garantite da diverse antenne sparse per il globo terrestre tra cui quelle dell’ESA (European Space Agency) [vedi immagine].

Il lancio è avvenuto il 14 luglio dalla base indiana di Sriharikota. Il tempo impiegato dalla sonda per raggiungere la Luna è stato di 40 giorni, molto più lungo di quello dell’Apollo 11 (3 giorni); questo sia a causa della mancanza di un razzo abbastanza potente da permettere una traiettoria diretta verso la Luna, che ha implicato l’utilizzo della gravità terrestre come “effetto fionda”, sia perché, per raggiungere un’orbita polare (cioè un’orbita attorno la Luna passando per i Poli) c’è bisogno di molte più manovre e aggiustamenti.

Screenshot del video della discesa del rover Pragyan dalla pancia del lander Vikram. Si notano le sue prime tracce e l’ombra di entrambi sulla superficie lunare. Credits: ISRO

Chandrayaan-3 è entrata in orbita lunare il 6 agosto mandando delle splendide fotografie [vedi immagine], il 17 agosto il lander Vikram (“valore” in sanscrito, scelto in onore di Vikram Sarabhai, padre del programma spaziale indiano) si è separato da lei e il 23 agosto è dolcemente allunato inviando il seguente messaggio: “‘I reached my destination and you too!’” (ho raggiunto la mia destinazione e anche voi!). Poi, il 24 il piccolo rover Pragyan (“saggezza” in sanscrito ) è sceso dal lander tramite la rampa apposita: c’è un video sulla pagina twitter dell’ISRO che secondo me è davvero emozionante e che mostra la discesa sulla superficie lunare di questo piccolo robot [nell’immagine vedete uno screenshot] . Nel momento in cui scrivo, il piccolo Pragyan ha già fatto una piccola perlustrazione: nel suo lento ma importantissimo percorso (la velocità si aggira attorno ai 15 km/h, come quella di ogni rover lunare, considerando che devono muoversi su un terreno che non si conosce), oltre a mandarci splendide fotografie come quella all’inizio del nostro articolo e quella di un cratere lunare e delle proprie tracce sulla superficie, farà un’analisi chimica del suolo lunare. Nel frattempo il lander Vikram non resterà a guardare ma farà una mappa 3D del sito di atterraggio, condurrà alcuni esperimenti scientifici e farà anche un piccolo cratere per analizzare dei campioni del sottosuolo. Entrambi lavoreranno solo per un giorno lunare, equivalente a circa 14 giorni terrestri; infatti, quando il Sole non illuminerà più i loro pannelli, la temperatura scenderà a -180° (la Luna non ha un’atmosfera che mitiga il clima) e quindi gli strumenti non saranno più in condizioni di funzionare…. Forse… Perché c’è comunque una piccola possiblità che nel successivo giorno lunare il Sole riesca a far resuscitare i nostri eroi. Quando leggerete questo articolo, già sapremo se sarà o meno successo.

Bene, ora abbiamo almeno idea di cosa stiamo parlando ed è il momento di capire il motivo per cui Chandrayaan-3 è così importante, per l’India e per il mondo intero.

Due immagini prese dal rover Pragyan il 27 agosto: uno dei tantissimi crateri lunari e le tracce che esso stesso ha lasciato sulla superficie. Credits: ISRO

Punto primo: certo, il programma Apollo ci ha già fatto arrivare sulla Luna e non solo  facendo allunare un robot ma anche degli esseri umani, e lo ha fatto per ben 6 volte tra il 1969 e 1972. Questo non significa, però, che “allunare” sia una cosa semplice e che, una volta imparato come si fa, allora è “’n attimo”: dobbiamo considerare che cambiano i veicoli con cui ci arriviamo, le tecnologie diventano più sofisticate e complicate e si intensificano (fortunatamente) i requisiti per la sicurezza di strumentazione e degli esseri umani. Tutto questo, combinato con la complessità dell’atterraggio su un altro oggetto spaziale senza alcuna atmosfera che “freni” il veicolo, comporta che ogni allunaggio è e sarà sempre una sfida. Tanto che, prima di Chandrayaan-3, hanno fallito le due missioni commerciali Hakuto-R della Ispace (Giappone) e Beresheet della SpaceIL (Israele), schiantatisi sulla superficie lunare il 25 Aprile 2023 e l’ 11 Aprile 2019, rispettivamente, e ultima la sonda Luna-25 dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, che avrebbe dovuto segnare il ritorno della Russia sulla Luna ma così non è stato.

Punto secondo, strettamente legato al primo: l’India ha fatto davvero la storia con questa missione perché è il quarto paese a essere riuscito ad allunare, dopo Russia (Luna-9, 1966), Stati uniti (Surveyor 1, 1966) e Cina (Yutu-1, 2013). Per questo motivo c’è stato un coinvolgimento non solo degl* scienziat* ma della popolazione indiana nella sua interezza, con una copertura mediatica che qui in Italia purtroppo ci sogniamo. Anche se probabilmente molti non ne sono coscienti, l’India non è una “new entry” nel panorama spaziale e in una piccola parte mi riguarda quasi direttamente: infatti dalla stessa base di Shriakota da cui è partita Chandrayaan-3, il 23 aprile 2007 partiva il piccolo-grande satellite italiano AGILE, che mi ha accolto nel suo team sin dal 2008, quando ero solo una studente di laurea specialistica. Il motivo per cui si scelse l’India per il lancio fu sia tecnico (ogni sito di lancio permette di raggiungere più o meno facilmente una certa orbita) che economico/politico. Fatto sta che con AGILE l’India, per la prima volta, provò il lancio di un satellite in orbita equatoriale, allestendo tutto in tempi da record: e AGILE è ancora sopra le nostre teste, per dire. Ma non finisce qui: sempre dalla stessa base di lancio, il 2 settembre scorso è partita con successo la missione solare Aditya-L1 che vede come responsabile l’ingegnera Nigar Shaji. Insomma, l’India fa parte dello Spazio eccome.

Immagine celebrativa della missione indiana Chandrayaan-3. Credits: ISRO

Punto tre: nessuna missione finora aveva mai raggiunto il Polo Sud lunare. Tutte le missioni precedenti sono allunate all’altezza dell’equatore e non per caso: le regioni equatoriali sono maggiormente illuminate, presentano condizioni termiche migliori e sono accessibili con un minor consumo di energia e carburante (per ora fidatevi, prima o poi scriverò un articolo a riguardo). Ma come essere umani noi miriamo ad andare oltre e quindi, come dovreste sapere se avete letto il mio articolo sul programma ARTEMIS di qualche numero fa, il nostro interesse ora è concentrato al Polo Sud perché vogliamo costruire una base permanente da quelle parti. Il motivo è che, essendo spesso all’ombra, le temperature hanno permesso la formazione di ghiaccio, fondamentale per ricavarne acqua, aria e carburante per i futuri esseri umani che passeranno il loro tempo lì. Quindi, Chandrayaan-3 permetterà di avere per la prima volta delle informazioni preziosissime per il programma lunare mondiale.

Il lancio del satellite AGILE il 23 aprile del 2007 dalla stessa base di lancio ISRO (Sriharikota) di Chandrayaan-3. Credits: Tavani et al. 2009

Quarto e ultimo punto: non mi stancherò mai di dirlo, ma dietro una missione spaziale riuscita c’è un lavoro lunghissimo che riguarda ingegner*, tecnic*, politic*, econom*, fisic* e chi più ne ha più ne metta, che hanno investito tempo, soldi e sogni per quel progetto. Si va dall’idea alla richiesta di finanziamenti alla costruzione ai calcoli alle simulazioni al trasporto al lancio fino alla scienza. E l’entusiasmo di ogni centro di controllo a ogni missione riuscita (come quello dell’ISRO nell’immagine) è ben compreso pensando a tutto questo. 

Foto del centro di controllo dell’ISRO dopo il successo dell’allunaggio del lander Vikram. Credits: ISRO

Ecco, spero che questi punti vi abbiano aiutato a capire meglio il significato di Chandrayaan-3 per l’India e per il mondo tutto e anche a capire l’importanza di non fermarsi alla superficie quando leggete una notizia; informatevi, approfondite, confrontate, mettete in discussione. Oggi abbiamo un quantitativo incredibile di mezzi per farlo e, sapendoli usare con buon senso, alla fine potremmo quasi dire di avere i superpoteri. Guardate sempre in alto, mai solo la punta del vostro naso.

FONTI

https://www.esa.int/

https://www.isro.gov.in/

www.Astrospace.it

https://www.indiatoday.in/

www.youtube.com/piùspaziopertutti 

Elenco di tutti gli oggetti presenti sulla Luna a oggi: https://it.wikipedia.org/wiki/Oggetti_artificiali_sulla_Luna 

*Martina Cardillo, astrofisica

Martina Cardillo