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Come sta la Terra?

Tra estati troppo calde o troppo piovose, inverni secchi, incendi e habitat di milioni di essere viventi andati in fumo c’è chi ancora non ha perso la speranza di invertire la rotta

E’ una domanda che abbiamo iniziato a farci (sempre più preoccupati) dalla fine degli anni ’90. Il #climatechange –definizione ormai entrata nel lessico delle nostre società occidentali – continua e appare inesorabile, nonostante gli sforzi di istituzioni nazionali e internazionali, e quelli della gente comune che non si rassegna a un “mondo” che sta cambiando. Tra estati troppo calde o troppo piovose, inverni secchi, incendi e habitat di milioni di essere viventi andati in fumo c’è chi ancora non ha perso la speranza di invertire la rotta. E noi siamo tra questi. Con negli occhi il nubifragio in Romagna – in cui hanno perso la vita 15 persone – e gli incendi in Canada delle ultime settimane che hanno oscurato per giorni i cieli di New York – 416 fuochi attivi in tutto il Paese, la metà di questi fuori controllo secondo l’Ansa – insomma, una catastrofe dopo l’altra. Solo in Canada 5 milioni di ettari di territorio sono andati in cenere. Si tratta dello 0,5% della superficie nazionale, e il doppio della media degli ultimi dieci anni. E l’estate, che di solito favorisce questo tipo di eventi, non è nemmeno cominciata. Solo nelle prime due settimane di maggio, sono state liberate nell’aria più di 20 milioni di tonnellate di diossido di carbonio, una quantità record. Oltre 1000 vigili del fuoco stanno arrivando dall’estero per aiutare il Canada a spegnere gli incendi, oltre ai 700 già dispiegati – soprattutto da altri Paesi anglofoni come USA, Australia, Sudafrica e Nuova Zelanda. Sono diretti soprattutto nella provincia dell’Alberta. In Québec ne sono arrivati 100 dalla Francia, e altri 250 ne arriveranno da Spagna e Portogallo, Paesi spesso colpiti da incendi boschivi estivi. Sul sito geomap.com vengono segnalati tutti gli incendi presenti nel mondo in tempo reale – con uno scarto di sole tre ore – la mappa attiva del fuoco è un servizio offerto e prodotto dalla NASA dai dati raccolti dai satelliti. Le informazioni raccolte vengono trattate molto rapidamente e messe a disposizione del pubblico in poche ore. Con tutto questo possiamo conoscere in modo piuttosto oggettivo il luogo approssimativo in cui si è verificato un punto di fuoco e la sua grandezza. Se ci andate scoprite quanto è preoccupante la situazione. Nel 2021 (secondo Statista) abbiamo perso 25,3 milioni di ettari di alberi su scala mondiale. Insomma, i polmoni verdi del mondo sono sotto attacco. A rischio naturalmente la biodiversità essenziale per mitigare le emissioni di carbonio e fermare i cambiamenti climatici. La Russia, nel 2021, ad esempio è il paese che ha perso in assoluto più ettari di alberi (circa 6.5 milioni andati in fumo), dato che doppia i 3 milioni persi dal Brasile, seguono Canada (-2,5 milioni) e Stati Uniti (-2 milioni), poi la Bolivia che ha perso 558mila ettari. Mentre nel continente africano è la Repubblica Democratica del Congo a portare la “maglia nera” (-1,2 milioni di ettari). In Asia sono Cina, Laos e Indonesia ad aver “bruciato” più ettari di alberi, mentre in Europa è la Svezia ad aver perso di più, scomparsi circa 331mila ettari. Una catastrofe. Come fare a raggiungere una tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati da Agenda 2030 legati proprio alla fine della deforestazione? Secondo Global Forest Watch dal 2000 l’area coperta di alberi è diminuita dell’11%, e nel 2022 non sembra essere andata meglio. L’Amazzonia, come ricorderete, ha fatto registrare un doloroso record, distrutto l’80% in più rispetto allo stesso periodo del 2018, Bolsonaro o meno il risultato delle politiche volte alla tutela del “polmone del mondo” non è cambiato. Con Lula si è andati a peggiorare! 

In copertina l’opera di Federica Giambra, in arte Nix, che vuole essere un invito a rivedere il trattamento che ognuno di noi riserva alla Terra e a far riflettere sule legame speciale che abbiamo con le creature di questo pianeta e sull’importanza di preservarla per le generazioni future. Pianeta che forse non ci meritiamo, aggiungo. 

In questo numero tantissimi contributi di nuovi e vecchi autori. L’obiettivo rimane sempre il solito, puntare alla qualità cercando di raccontare il mondo che cambia a ritmi sempre più veloci. Ringrazio l’amica giornalista Mimma Cucinotta che ha acconsentito con grande slancio di far parte della nostra redazione. Mimma, già direttore di Paese Italia Press è stata preziosa per la mia formazione giornalistica ed è per me un onore (oltre che un grande piacere) poter contare sulla sua esperienza e sulla sua affidabilità. Buona lettura!

Il Vostro Direttore

*Roberto Sciarrone, direttore responsabile di Verbum Press

Roberto Sciarrone

Direttore responsabile di Verbum Press