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Mauro Molinari, “digital artist” interprete dell’attuale dimensione metropolitana

Mauro Molinari è nato a Roma, vive a Velletri (RM). La sua ricerca artistica si è svolta per cicli che vanno dai registri informali degli anni ’60 alla pittura scritta e alle geometrie modulari del ventennio successivo. Nel 1974 personale alla galleria d’Arte Internazionale di Roma, pres. S. Giannattasio. Nel 1975 le sue opere sono presenti alla X Quadriennale di Roma. Dal 1974 all’81 partecipa alle rassegne internazionali sul disegno della Fundació Joan Miró di Barcellona. Nel 1979 personale alla galleria Il Grifo di Roma, pres. D. Micacchi. Nel 1982 personale alla galleria Il Luogo di Roma, pres. M. Lunetta e C. Paternostro. Nel 1983 e 1985 partecipa all’International Drawing Biennale di Cleveland. Nel 1987 personale alla galleria Incontro d’Arte di Roma, pres. I. Mussa. Negli anni ’90 si dedica alla rielaborazione pittorica dei motivi tessili avviando un ciclo che dura più di 15 anni. Nel 1995 nasce la collana di Orditi & Trame, di cataloghi editi in proprio. Il primo illustra la mostra itinerante promossa dalla Tessitura di Rovezzano e presentata a Roma alla galleria Pulchrum, pres. L. de Sanctis. Nel 1998 personale allo Spazio de la Paix e alla Biblioteca Cantonale di Lugano, pres. A. Veca. Dal 2000 al 2014 partecipa ai Rencontres Internationales di Marsiglia. Dal 2000 al 2008 collabora con la rassegna internazionale Miniartextil che si tiene a Como ogni anno. Nel 1999-2000 crea il ciclo Stellae Errantes sculture dipinte ispirate ai tessuti sacri, che è stato ospitato in numerosi musei italiani in occasione del Giubileo. Nel 2001 personali alla galleria Il Salotto di Como e al Museo Didattico della Seta di Como, pres. M. De Stasio. Nel 2001 personale al Museo dell’Infiorata di Genzano, pres. C. F. Carli. Nel 2002 personale al Museo S. Maria di Cerrate Lecce, pres. L. Caramel. Nel 2003 sala personale al Musèe de l’Impression sur Ètoffes di Mulhouse, pres. L. Caramel. Nel 2004 personale a Oman Caffè di Como, pres. L. Caramel. Nel 2005 esposizione allo Spazio Mantero di Como e al Salons de l’Hôtel de Ville di Montrouge, pres. L. Caramel. Nel 2006 Salone d’Arte Moderna di Forlì, pres. F. Gallo, e sala personale al Museo di Palazzo Mocenigo di Venezia, pres. L. Caramel. Nel 2007 personale alla Fondazione Venanzo Crocetti di Roma, pres. C. F. Carli e C. Paternostro. Nel 2008 sala personale alla VI Triennale Internazionale di Tournai, e alla Biblioteca Angelica di Roma, pres. E. Di Raddo. Dal 2008 sviluppa un ciclo pittorico dove è centrale la figurazione, che si pone come naturale evoluzione del suo percorso creativo. Nel 2009 personale alla galleria Renzo Cortina di Milano, pres. A. Veca. Nel 2010 personale al Museo Carlo Bilotti di Roma, pres. A. Arconti e L. Canova. Dal 2011 al 2022 partecipa al Festival del Libro d’Artista di Barcellona, pres. E. Pellacani. Nel 2012 e 2015 Galleria Gallerati Roma primo e secondo progetto mixed media. Nel 2013 due personali alla galleria Baccina Techne di Roma, pres. G. Evangelista. Nel 2016 Dante e i Papi, Fond. Pescarabruzzo a cura di G. Di Genova, donazione. Nel 2017 Museo Jean Lurçat Angers, donazione, Antologica 1990/2006 Museo Diocesano Velletri, pres. S. Bruno e C. Zaccagnini, donazione. Nel 2018 Antologica 2007/2017 Tibaldi Arte Contemporanea Roma a cura di C. F. Carli. Nel 2020 la retrospettiva TEXTURES allo Spazio Ophen Virtual Art Gallery di Salerno a cura di G. Bonanno. Nel 2022 personale alla galleria CIVICO 23 Salerno e alla galleria Medina Roma pres. E. Carone. Presente su “La Storia dell’Arte Italiana del ‘900”. Generazione anni Quaranta, di Giorgio Di Genova. Quotato in catalogo CAM Mondadori.

Puoi segnalare tutto il tuo percorso di studi? Diploma di perito commerciale. Diploma di incisione presso l’Istituto di Arte Ornamentale del comune di Roma, corso di pittura presso lo studio del pittore Fernando Troso (considerato, con il pittore Lilloni, uno dei migliori chiaristi italiani).  

Puoi definire e sintetizzare i desideri iniziali? Ho sempre desiderato studiare storia dell’arte, vedere arte, fare arte, disegnare per perfezionarmi nel disegno e nella pittura. 

Puoi segnalare i sentieri operativi che avevi intenzione di seguire ed, effettivamente, seguiti? Ho disegnato e colorato fin da piccolissimo e appena ho potuto ho frequentato musei e gallerie. Per esigenze familiari ho lavorato fin da giovanissimo come impiegato in un ente statale ma, contemporaneamente, non ho tralasciato di dipingere neppure un giorno.

Quando è iniziata la voglia di affrontare l’ambiente artistico e quando la voglia di “produrre arte”?  La mia prima educazione visiva è derivata dai tessuti che coloravano l’atelier di moda gestito dai miei genitori, ma ho sempre disegnato tutto ciò che mi circondava e, appena possibile, ho acquistato tele e pennelli.

Mi puoi indicare gli artisti bravi che hai conosciuto e con cui hai operato, eventualmente “a quattro mani”? Nel lavoro artistico sono stato un riflessivo e un solitario (anche per cronica mancanza di tempo) ma ho frequentato assiduamente tutte le gallerie romane e ho conosciuto, in modo più o meno ravvicinato tutti i pittori che vi comparivano negli anni ’60 e ’70. Dagli anni ’80 in poi i sodalizi si sono sciolti ed è prevalso un individualismo che ha reso i rapporti più dispersivi. 

Quali piste e tracce di maestri della pittura hai seguito? Negli anni ’60 e ’70 c’erano molte suggestioni interessanti che ho interpretato in modo personale, staccandomi poi progressivamente da ogni influenza esterna ed elaborando – a detta dei critici – un linguaggio personale e riconoscibile, prima nel lavoro di rielaborazione dei motivi tessili (amatissimo dal pubblico) e poi nel ritorno alla figurazione. 

Quali sono le tue personali da ricordare? Naturalmente ricordo la mia prima personale alla galleria d’Arte Internazionale di Roma nel 1974, e tra le più importanti: al Grifo di Roma nel 1979, al Luogo di Roma nel 1982, all’Incontro d’Arte di Roma nel 1987 (e moltissime altre per cui rimando alla mia biografia). Nel 1995 la prima mostra di opere ispirate ai motivi tessili alla galleria Pulchrum di Roma e nel 1998 allo Spazio de la Paix di Lugano. Nel 2000 personale ai Musei Civici Villa Manzoni di Lecco, nel 2001 la prima mostra a Como nella galleria Il Salotto e al Museo Didattico della Seta. Nel 2004 la grande mostra – sempre a Como – dedicata all’architetto Giuseppe Terragni, e nel 2006 la sala al Museo Mocenigo di Venezia. Altre personali al Musée de l’Impression sur Etoffes di Mulhouse, al Museo Provinciale S. Maria di Cerrate a Lecce, ai Salons de l’Hotel de Ville di Montrouge ecc. … . Voglio nominare ancora la personale al Museo Crocetti di Roma nel 2007, alla Triennale di Tournai nel 2008, quella al Museo Bilotti di Roma nel 2010, nel 2017 la grande mostra retrospettiva sul ventennio dedicato ai motivi tessili presso il Museo Diocesano di Velletri e nel 2018 la mostra riassuntiva del lavoro figurativo alla galleria Tibaldi di Roma.  

Ora, puoi specificare, segnalare e motivare la gestazione e l’esito delle esposizioni tra collettive e rassegne importanti a cui hai partecipato? Insisterò, soprattutto, con la gestazione e l’esito delle personali perché, a differenza delle collettive, hanno inciso a fondo sullo svolgimento del mio lavoro. Tra le personali che ritengo fondamentali la mostra alla galleria Il Salotto e al Museo Didattico della Seta di Como perché aprono il lungo e affascinante periodo di lavoro dedicato ai motivi tessili. Tale percorso era già iniziato nel ’95 alla galleria Pulchrum e nel ’96 nello spazio prestigioso della Tessitura di Rovezzano a Firenze, e mi ha portato a partecipare per un decennio alla Rassegna Internazionale Miniartextil di Como. Poi nel 2004 realizzai la personale dedicata a Giuseppe Terragni nel grande spazio industriale dell’Oman Caffè di Como, dove motivi tessili e figurazione si fondono; è stato il punto dal quale ho ripreso la figurazione e inaugurato un nuovo lungo ciclo di lavori. Tuttavia, tutto il percorso del ciclo precedente mi ha portato all’inserimento tra gli autori storici della Fiber Art in Italia (Renata Pompas. Fiber Art Italiana – un intreccio virtuoso). Non posso non considerare con soddisfazione la mostra al Museo Bilotti, perché lì è rimasta una mia grande installazione permanente e quella al Museo Diocesano di Velletri che espone in permanenza sei mie sculture dipinte. Cito la mia partecipazione alla X Quadriennale di Roma, gli stands in diverse fiere d’arte e la partecipazione a molte rassegne internazionali … Fundació Joan Mirò di Barcellona dal 1974 all’81, Drawing Biennale di Cleveland dal 1983 all’85, Artist’s Book Wexford dal 2000 al 2003, Rencontres Internationales dell’Atelier Vis-a-Vis di Marsiglia dal 2000 al 2014 , Museo Jean Lurcat di Angers, rassegna mini-tessili 2017 con acquisizione dell’opera, Festival del libro d’artista di Barcellona dal 2016 al 2022, ecc. … .  

Puoi definire i temi che hai trattato in pittura? Ma dentro c’è la tua percezione del mondo, forse, ma quanto e perché? Il mio segno, e poi la mia pittura sono nati da una naturale predisposizione, dal trasporto verso la creatività in generale e le arti visive in particolare. E l’esercizio mi è venuto spontaneo perché il lavoro era un’attrattiva ineludibile. Ma molto presto ho compreso anche che ci voleva un metodo di studio e di confronto della storia dell’arte, un metodo nell’esecuzione delle opere. Ma ancora questo non mi è parso sufficiente, il formalismo di per sé non mi ha mai soddisfatto, ho sviluppato sempre un “mondo” immaginario in cui muovermi con coerenza. Da quando ho ripreso e sviluppato il mio mondo figurativo esso vive di riferimenti al vissuto, alla percezione di ciò che ci circonda e da cui ricevo gli impulsi che cerco di tradurre in immagini (spesso – come dice anche G. Di Genova riguardo alla grande installazione attualmente esposta alla Casa dei Carraresi di Treviso – in modo efficace e inquietante).    

L’Europa è sorgiva per gli artisti dei vari segmenti? La “vetrina ombelicale” londinese e quella milanese cosa offrono adesso? Come ogni attività, l’arte oggi travalica con estrema facilità paesi e continenti grazie agli strumenti di comunicazione di cui disponiamo, per cui la sua fisionomia è sempre più globale, si mescolano i temi, gli strumenti e le espressioni più diverse creando varietà, ma anche omologazione. 

Pensi di avere una visibilità congrua? Penso di essere attivo e visibile a un pubblico attento.

Quanti “addetti ai lavori” ti seguono come artista? Ho sempre avuto un rapporto intenso con i critici che hanno scritto delle mie opere, cominciando dai primordi quando Sandra Giannattasio, Claudio Crescentini e Dario Micacchi mi hanno apprezzato e incoraggiato. Vito Apuleo, attivissimo sulla scena romana fino agli anni ’80. E poi l’artista Lamberto Pignotti, Mirella Bentivoglio, Italo Mussa, Mariano Apa, Luciano Marziano. Il milanese Salvatore Veca. I critici romani Carlo Fabrizio Carli, Lorenzo Canova e Giorgio Di Genova mi hanno seguito sagacemente fino a oggi. Stefania Severi, l’esperta del tessuto Grazietta Butazzi, l’attentissima Ada Masoero, la gentilissima Elena Di Raddo e Luciano Caramel, oltre a Francesco Gallo. Ciascuno di loro (e molti altri attenti recensori per i quali rimando alla biografia completa) ha colto un aspetto del mio lavoro dandomi rassicurazione ed incentivo.  

Quali linee operative pensi di tracciare nell’immediato futuro nel campo della pittura? Continuo a sviluppare il mio discorso in modo stilisticamente e concettualmente coerente, senza cadere nel “manierismo di sé stesso” che ha afflitto molti artisti nel corso della carriera; penso di evitarlo conservando la curiosità e il divertimento che mi procura il lavoro.

Pensi che sia difficile riuscire a penetrare le frontiere dell’arte? Quanti, secondo te, riescono a saper “leggere” l’arte contemporanea e a districarsi tra le “mistificazioni” e le “provocazioni”? Credo che il mondo dell’arte sia caotico, spesso c’è improvvisazione o spettacolarità fine a sé stessa; penso perciò che il pubblico sia confuso e si affidi alle mode e alle pubblicità. Alcuni preparati e avveduti riescono a scovare ciò che è frutto di un lavoro meditato. 

I “social” t’appoggiano, ne fai uso? Li uso in modo mirato a singoli eventi.

Con chi ti farebbe piacere collaborare tra critico, artista, gallerista, art-promoter per metter su una mostra? Con chiunque capisca le motivazioni e l’espressione del mio lavoro e sia interessato a sostenerle. 

Hai mai pensato di metter su una rassegna estesa di artisti collimanti con la tua ultima produzione? Penso sia un programma di competenza di un gallerista.

Perché il pubblico dovrebbe ricordarsi dei tuoi diversi impegni? Il trasporto verso un’opera d’arte è determinato dalla natura e dalla cultura di chi la guarda. Si interesserà alle mie opere chi entra in sintonia con esse.

Pensi che sia giusto avvicinare i giovani e presentare l’arte in ambito scolastico, accademico, universitario e con quali metodi educativi esemplari? Penso sia necessario, e che avviene troppo poco e spesso in modo superficiale e disorientante. Il metodo – basato su un genuino interesse – è: studio ed esercizio. 

Prossime mosse, Roma, Londra, Parigi, NY …? Nel mese di giugno ho avuto una personale a Roma alla galleria Medina. Sono in contatto costante con alcuni galleristi stranieri (Charlie Smith a Londra, la galleria Beers London, Jim Kempner a New York, Riccardo Tartaglia in Brasile e Magda gallery a Parigi (Regno Unito e Cina). 

Che futuro prevedi nell’immediato post-Covid-19 e nel post-conflitto Russia-Ucraina? Il mondo si sta facendo sempre più piccolo e arruffato come un gomitolo sfuggito di mano …

*Maurizio Vitiello, critico

Maurizio Vitiello