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Pensieri spettinati

Non c’è un’età precisa per i sogni, da giovani è più facile e lo si fa in maniera incosciente, sono più stravaganti, più temerari, ma con gli anni si cambia e più spesso si sogna ad occhi aperti per illudersi che la propria vita possa cambiare.

E’ buffo pensare che questo possa accadere all’improvviso per un evento straordinario ed inatteso e più la gente è infelice e insoddisfatta più pensa di poter un giorno cambiare la propria esistenza con un colpo di fortuna o con un incontro speciale… magari una vincita o più improbabile, la generosità di qualche riccone che lasci in eredità le sue fortune. Sono solo sogni, altrimenti non si chiamerebbero così, ma sfido chiunque non abbia una volta sola nella vita immaginato una cosa simile. Ma tornando alla cruda realtà, la vita cammina spesso sui sorrisi degli altri e i ricordi ricchi di emozioni sono il bagaglio delle esperienze. Anche l’amore fa parte di quel misterioso arcano della nostra esistenza, non si riesce mai a capire perché a volte un amore sia fortunato altre volte distruttivo, ci sarebbe da chiedere se si possa amare per sempre o cambia qualcosa nel corso di una storia.

Forse l’amore è solo un’illusione che si rinnova nel tempo con coraggio e fantasia, ma certamente non può per sempre mantenere lo splendore dei primi anni, tutti cambiamo per un fatto naturale e di crescita. 

Le esperienze modificano le stesse percezioni e anche l’amore non si sottrae a questo inesorabile destino.

Riuscire a stupirsi dell’altro non è facile, lo conosciamo, è scontato, ne conosciamo ogni reazione e persino prevederne i pensieri. Così come una stella luminosa nel cielo non può tornare a nascere così l’amore non ritorna a far fremere come i primi tempi.

Ma si può ritrovare la gioia e la tenerezza del segreto di un bacio che ridoni delirio e passione, cambiando vita, abitudini, interessi e passioni e cominciare a provare emozioni nuove che attraversino i nostri respiri, i nostri cuori. Anche con le stesse persone si può rinascere a nuova vita e ritrovare la dolcezza e la bellezza di una carezza, sentire dentro il mare, l’infinito, la pace perduta, la pace ritrovata, desiderata, dimenticata.

Ecco questo è un sogno ad occhi aperti che molti fanno, ma è possibile realizzarlo?

Le tecniche sono due: riprendersi la propria vita e cominciare un percorso nuovo.

Io ho scelto di seguire un percorso nuovo per cercare di capire cosa faccia muovere il cuore e la mente degli uomini e perché, senza rischiare di cadere in default, come in passato mi è successo molte volte.

Oggi la coscienza mi porta a guardare le immagini della mente con una proiezione più nitida di tutte le emozioni senza sbavature e contorni contorti. La maturità ci porta inevitabilmente ad essere cauti e riflessivi e a riuscire a mettersi nei panni degli altri e a riconoscersi anche in loro, al di là di quelle stantie smorfie di ipocrisia e falsità che sono solo maschere imposte oramai da una civiltà e un vivere sociale che guarda solo all’opportunismo di interesse e segue anche determinati ruoli prestabiliti da convenzioni familiari che nei paesi è ancora più condizionante e fuorviante. Parlo di quelle maschere che ormai fanno un tutt’uno con le facce e i comportamenti, così ben calzanti che non ci si fa neppure caso. Te ne accorgi nel momento in cui a certi comportamenti si risponde con altrettanta mancanza di spontaneità perché ormai sai che dire la verità non sempre conviene. Preferisco il silenzio…magari omertoso, lo ammetto, ma non certo di compiacimento falso e di comodo.

Quel che più infastidisce che oramai questo atteggiamento non riguarda solo gli estranei come tali che vivono al di fuori del nostro mondo familiare, oggi certi atteggiamenti sono connaturati fra le mura domestiche in nome del quieto vivere e della pace familiare. Allora vedi famiglie apparentemente serene, felici, unite e invece vivono nella totale estraneità.

Essere scrupolosa, meticolosa non premia, neppure la schiettezza e la sincerità, valori fondamentali difficili da condividere in un contesto dove la superficialità la fa da padrone. E’ diventato il cancro della società senza antidoto che si diffonde annientando soprattutto i più deboli e indifesi, spesso una donna che viene annullata nella sua identità e personalità ne diventa vittima fragile, perché ognuno pensa solo a se stesso, al suo ego egoista e possessivo.

In un rapporto di coppia l’inettitudine dell’altro si riversa sempre sul più innamorato e fragilmente dipendente, con l’incatenamento delle emozioni e dei sentimenti, fino al soffocamento della ragione dove le parole sono cancellate sul nascere e i valori calpestati. E tutto tra quattro mura, lontano da occhi indiscreti che possano testimoniare la verità.

Le donne cercano allora quell’isola immaginaria sulle rotte sperdute dei marinai, in quel mondo fantastico dei sogni, dove rifugiarsi significa dare spazio alla libertà, dove tutto è lasciato alle proprie scelte senza imposizioni, forse dove l’amore non è solo pensiero, ma emozione vissuta in sintonia con l’altro. 

Purtroppo anche le isole sono diventate poche dove ci si possa rifugiare, dove poter dare spazio alla vera libertà, dove nulla è imposto ma tutto è semplice pensiero, dove agire non è mai reagire, dove le proprie scelte non invadono quelle degli altri, anzi le rafforzano, dove non esistono confini o restrizioni, impedimenti o prigionie. Si va dritti come un treno verso una destinazione ignota, verso il buio, verso la cecità di questo insopportabile progresso che ci ha reso tutti insensibili e poco propensi a guardare la realtà. 

Siamo allora attori di una fiction, siamo cloni di un mondo trasformato che ci allontana sempre più dall’Universo, dall’unione, da quell’abbraccio che è la vera logica di esistere. 

Non so nemmeno se combattere possa ancora servire a qualcosa, se diventare i partigiani della rivalsa e della rivoluzione possa sortire lo stesso effetto di una volta. Chi siamo?

Solo sogni o persone con corpo ed anima proiettati in un futuro dove il riscatto ci ridarà la forza e la vita.

Mi rifiuto di esistere solo in un sogno e di non poter affermare me stessa in questo mondo reale, nella vita quotidiana, e non solo come un volto virtuale costruito su un network per illudere e ingannare prima se stessi e poi gli altri.

Io sono io, sono Regina, un nome datomi per puro caso perché spettava alla secondogenita, ma per uno schiribizzo di mio padre, le diede un altro che piaceva a lui…momento di ribellione forse, di nostalgia  pure, ma il fato ha fatto sì che fossi io la predestinata con questo nome altisonante che per sentirlo definitivamente mio, ho dovuto impiegare  gran parte della mia esistenza e per farlo accettare agli altri  senza sorrisetti e battutacce, con caparbietà e cocciutaggine; eppure c’è ancora chi si ostina a chiamarmi con il diminutivo Gina.

Ma nella vita nulla è casuale e prestabilito…lo decidi e basta, perché è giunto il momento veramente di mettere un punto fermo per sempre. Non occorre voltare pagina, per continuare a scrivere e prendersi in giro. Non occorre aprire un nuovo libro per riscrivere la storia. La vita cambia e basta. Cambia perché il tempo passa e trasforma tutto, cambia perché invecchiamo e l’esperienza modifica il nostro modo di vedere, cambia perché quell’alba all’orizzonte, immutabile nei colori, nell’atmosfera, nei profumi…riflette sempre la stessa ombra di donna che si affanna nelle lotte quotidiane alla ricerca di mete da raggiungere, di serenità, di conoscenza, di calore, di autenticità. Però una mattina ti svegli e senti che comunque qualcosa è cambiato, è scattata quella molla che ti fa urlare tutta la tua voglia soppressa e allora? …ti rendi conto che non si può più rimandare a domani, ora e adesso diventa un imperativo ineluttabile, ti alzi e sai che è già iniziata una nuova vita, un nuovo corso di esistenza responsabile. I se, i ma, i forse…sono nel cestino degli irriciclabili, perché il nuovo corso sarà solo fatto di NO e SI’ senza dubbi e incertezze.

E il tempo passa… inesorabilmente.

Ogni volta è sempre la stessa storia, tante pagine scritte di fretta senza riflettere e poi strappate e gettate via perché non più ricomponibili nei suoi pezzi.

Incollarle significherebbe solo travisarle, renderle peggiori di quel che sono state. 

Il tempo passa…anzi vola come si suol dire, gli anni sono diventati manciate di attimi di poco o nulla quasi, si cerca di trattenere nei pugni solo quegli istanti belli e profondi che non si dimenticano facilmente.

Non ho voglia di scrivere belle parole, pensieri ad effetto come seta calda sulla pelle, perché il mio desiderio è solo quello di gridare a squarciagola al vento. 

Non si può essere sempre come vorremmo…forse è bene ogni tanto spegnere il cellulare, raccogliere i propri pensieri in un forziere e avvolgersi in una coperta tiepida e morbida, ad aspettare che passi…

Ho una carezza chiusa nella mano che aspetta di essere donata e nell’attesa indosserò il mio bel vestito di velluto rosso per continuare a sognare.

*Regina Resta, editore Verbumpress

Regina Resta