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Il cinema di supereroi e il mito

La mitologia ellenica è una delle più complesse del mondo: centinaia di divinità, eroi e altre creature, infere o celesti, danno vita a una serie infinita di racconti epici, interagendo continuamente con l’uomo. 

Dopo l’esilio degli anni Settanta, nel decennio successivo, il peplum resuscita contaminato con la novità degli elementi fantasy. Mentre oggi il genere sembra voler riacquistare l’autenticità delle origini.

Sembrava che gli anni Settanta avessero seppellito definitivamente il cinema storico-mitologico (nelle sue infinite varianti, che lambivano i miti biblici, quelli greci, le storie dell’impero romano ecc.) ribattezzato col nome “peplum” (dall’abito pepla) dalle riviste francesi, che ne curarono per prime delle compiute analisi critiche.   

Una nazione che si è dimostrata particolarmente sensibile al fascino del film storico-mitologico è l’Italia che da una parte doveva trovare il modo di riciclare tutti quegli stunt-man disoccupati del western e del poliziesco e dall’altra cercava in tutti i modi di rinverdire i fasti del proprio cinema di genere cercando nuove idee e situazioni.  

Il cinema Peplum dagli anni’50 è tornato prepotentemente alla ribalta nelle sale cinematografiche con “Troy”, “Scontro di titani”, “300” (tratta dalla Graphic Novel di Frank Miller). Un ruolo di spicco, indubbiamente, è dato dalle stupende colonne sonore create da eccellenti compositori, che ne hanno sugellato la consacrazione. La colonna sonora di Justice League è curata da Tom Holkenborg. Coraggioso il formato adottato dalla pellicola 4:3. 

L’epico film “Zack Snyder’s Justice League” ha come progenitore il film “300”, sempre diretto da Zack Snyder. 

Gli eroi, che appartengono alla cultura classica, sono rivisitati con occhio attuale (come ha affermato recentemente il regista George Miller “Mad Max: Fury of the road”). Ecco che dei ed eroi, attraverso il sapiente uso di effetti speciali 3D, di costumi ammiccanti e modaioli, ai volti ed ai corpi perfetti di nuove leve di attori, diventano appetibili per un pubblico di teenager e non solo. Gli Eroi e i semidei appartenenti al pantheon greco che popolano le scene di “Justice League”, da Zeus ad Ade fino ad arrivare al pantheon della DC Comics, con l’amazzone Wonder Woman, sono attori ed attrici considerati veri e propri sex symbol di Hollywood: Ben Affleck, Jason Momoa, Gal Gadot, Amber Heard (recentemente balzata all’attenzione delle cronache mondane e non per la spinosa vicenda giudiziaria che l’ha vista protagonista ai danni di Johnny Deep).

Gli eroi del mondo classico “abbandonano” il loro Olimpo per diventare celebrità del web e del social, assurgendo quasi il ruolo di influencer.  

Il primo film degli anni 2000 a rilanciare il genere Peplum è stato “Il gladiatore” di Ridley Scott con la colonna sonora di Hans Zimmer, poi è venuto il film “Troy” di Wolfgang Petersen e ad incoronare il tutto il cinecomics di Snyder “300”. Bisogna però risalire agli anni ’80 per trovare l’archetipo di un film del 2000, “Scontro di titani” (ed il seguito “La furia dei titani”). Impressionante il lavoro fatto per l’indiano “Immortals” di Tarsem Singh, con Henry Cavill nel ruolo di Teseo, che poi Snyder riprenderà per fare Superman (“L’uomo d’acciaio”) e “Justice League” (con altre divinità come Flash nuovo Mercurio ed Aquaman nuovo Poseidone). Alla fine il genere Mitologico (o Peplum con i vari Maciste di Bava, Salvi e Freda) appartiene al filone Fantasy, basti vedere quanto il caposaldo “Conan il Barbaro” abbia a che fare con il Peplum dei vari Ursus, Sansone, e Maciste, infatti Conan è stato prodotto da De Laurentiis noto per i suoi film peplum (“Ulisse”. ecc.). Luigi Cozzi ha diretto “Hercules” con Lou Ferrigno dell’epoca dei Pre-Cinecomics con il suo “Hulk” dal fondotinta smeraldino. E torniamo a parlare di Cinecomics con l’Hulk di Ferrigno che si riallaccia alla mitologia dei supereroi incarnati nei film di Zack Snyder, da “Justice League” a “300” e “Troy”. Il mito è sempre quello, ma rinverdito dai nuovi Omero: Stan Lee e Frank Miller.

*Jean-Pierre Colella, docente

*Nicoletta Romanelli, docente

Jean-Pierre Colella