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Claudio Giulianelli, artista ermetico

Claudio Giulianelli è un artista ermetico. 

Fin da bambino è stato attratto dalla pittura antica, il suo primo libro d’arte che gli comprò il padre fu una monografia del Beato Angelico; quel libro diede inizio al suo viaggio nell’incantato mondo dell’arte.

Mi sono diplomato in un Istituto Tecnico Industriale a Roma a indirizzo Chimico, ma ha frequentato gli studi di importanti artisti romani quali Delfo Previtali, Guido Razzi e gli artisti che facevano capo alla galleria d’arte “La Bitta” di Roma.

Ha studiato a fondo le tecniche dei maestri del Rinascimento, dei fiamminghi del 1400 e del Barocco Italiano, ma l’autore in assoluto che lo affascina è Hieronymus Bosch, le sue tavole sono misteriche, ricche di riferimenti all’alchimia.   

Le sue tele incrociano un medioevo inventato e sognato, dove dame che hanno il portamento di regine ci guardano quasi di nascosto, immerse in paesaggi tipicamente italiani, campi sterminati di un giallo intenso, che ricordano quelli della Puglia, regione a lui molto cara.

Ha esposto in molte fiere d’arte internazionali, quelle di NEW YORK, PECHINO, NANCHINO, HANG ZHOU, INNSBRUCK, ABU DHABI, FORLI’ e BARI …

Ha allestito personali all’estero e in particolare in Inghilterra, Cina, Svezia, Belgio, Emirati Arabi e in Italia a Venezia, San Gimignano, Milano, Roma, Padova, Bari.

Ha esposto in collettive in quasi tutto il mondo e molti suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo e in alcuni musei e in un Palazzo in Vaticano.

Gallerie di riferimento: Museo Contea del Caravaggio (San Giovanni La Punta – CT), Mega Art Gallery (Corchiano – VT), Art Bank (Nanchino – Cina), Caruso Art Gallery (Milazzo – ME) e La Pompe Gallery (Parigi – Francia), People & Paintings (New York – USA).

Altre info su: www.claudiogiulianelli.it

Puoi segnalare il tuo percorso di studi e conoscenze? Mi sono diplomato a Roma in un Istituto Tecnico Industriale a indirizzo chimico.  

Dopo il diploma ho intensificato il mio percorso artistico ricevendo insegnamenti da alcuni artisti romani quali Delfo Previtali e Guido Razzi e altri che ruotavano intorno alla galleria d’arte “La Bitta”.

Inoltre, sono stati determinanti gli studi delle monografie dei maestri dell’arte antica e delle loro tecniche pittoriche e i tanti viaggi in Italia e in Europa per vedere dal vivo quei capolavori nel tentativo di carpirne i segreti. 

Puoi raccontare i desideri iniziali e, invece, i sentieri seguiti? Da adolescente ero un innamorato perso di Salvator Dalì.

Vedere un suo quadro anche in fotografia mi dava delle emozioni talmente forti da star male. Poi, scoprii gli altri surrealisti quali Paul Delvaux e il grande Max Ernst. Quella del surrealismo fu una via che perseguii e ancor oggi, magari a livello inconscio, alcune velate tracce si possono ancora vedere nelle mie recenti tele.

Quando è iniziata la tua voglia di “produrre arte”? Era la fine dell’anno del 1969 e stavo disegnando una rappresentazione fumettistica dell’anno nuovo che stava per arrivare.

Con la matita colorata tratteggiavo un volto caricaturale quasi disneyano e in quel momento ebbi la consapevolezza che sarei divenuto un artista.

Mi puoi indicare gli artisti bravi, italiani e non italiani, che hai conosciuto e con cui hai operato, eventualmente “a due mani”? In Cina ad Hang Zhou mi portarono in uno studio di un giovane, ma bravissimo, artista, di cui non ricordo il nome, facemmo a “gara” nel dipingere con l’inchiostro nero su carta   utilizzando un grosso pennello morbido che è uno strumento classico per la loro arte grafica.   Fu una bella ed intensa esperienza.  

In varie occasioni, ho dipinto con artisti colombiani, italiani (Ivano Petrucci, Carlo Speranza, Quirino Cervelli, Gabriele Patriarca), austriaci, francesi (Jeff Roland), tedeschi, iraniani, turchi (Malek), spagnoli e arabi, però ognuno sempre davanti la propria opera. 

L’idea di dipingere a due mani sullo stesso supporto non mi ha mai entusiasmato.

Quali piste di maestri hai seguito? Essendo io un innamorato dell’arte antica sicuramente Caravaggio, Hieronymus Bosch, Giovanni Bellini, Pieter Bruegel il Vecchio, Tiziano. 

Fra i moderni Riccardo Tommasi Ferroni, Armando De Stefano Alessandro Kokocinski; questi ultimi due ho avuto l’onore di conoscere personalmente.

Quali sono le tue personali da ricordare e per quali motivi di fondo? Ci sono delle personali che mi sono rimaste nella pelle …   

Quella in Cina alla “Red Star” di Hang Zhou, vedere le bandiere cinesi e quelle italiane vicine sono emozioni che non hanno prezzo, quella a Roma alla “Casina di Villa Pamphilj”, luogo ricco di fascino e storia; presentavo oltre 40 opere fra quadri a olio, disegni e sculture.

Quella a Bari alla “Galleria Michelangelo”, perché esponevo in Puglia che per ragioni sentimentali la reputo come se fosse casa mia.

Puoi precisare i temi e i motivi delle ultime mostre realizzate in Italia e all’estero? Le mie mostre hanno un tema conduttore: quello della figura della donna idealizzata e sublimata. Lei rappresenta la Natura che domina l’uomo (le marionette) e ha conoscenza delle Leggi dell’Universo. 

La simbologia alchemica presente nei miei quadri viene volutamente velata. 

Lo stesso mio quadro diviene un simbolo. 

Ora, puoi specificare, segnalare e motivare la gestazione e l’esito delle esposizioni, però tra collettive e rassegne importanti, a cui hai partecipato? Io, solitamente, non dipingo pensando dove andranno esposti i miei quadri. 

Nascono dal buio, perché nel mio studio utilizzo una sola lampada che proietta la luce sulla tela.

Lo scuro intorno mi dà il giusto sprone per esaltare la luce che le mie opere emanano.  Dipingo, solitamente, dei cieli terzi e vibranti di energia. 

Le mie tele quando vengono collocate nelle gallerie sembrano dialogare fra di loro, un colloquio silente che, secondo la mia intenzione, deve toccare l’anima di chi le guarda.

Dentro la tua produzione c’è la tua percezione del mondo, forse, ma quanto e perché? Ma c’è anche il privilegiare l’autoritratto? Il mondo così come lo percepisco non mi piace, è un luogo arido ed inospitale, preferisco di gran lunga immaginarne uno ove le mie Dame tengono in braccio i burattini e le marionette. 

Io le rappresento come se avessero una vita propria: come bambini guardano con occhi teneri la donna e si abbandonano in essa.

Io ho utilizzato l’autoritratto non per autocelebrazione, ma per studio dell’anatomia umana e del colore … l’ultimo che ho eseguito è stato “Il Cristo dell’Eremita”, dove mi si vede nelle vesti di un pittore di corte intento a dipingere una Crocifissione. 

Sotto il Cristo in Croce vi è un monaco che ha nelle mani una lampada. 

Un quadro nel quadro.  

In quell’occasione è stato un mio piccolo peccato di autocelebrazione, ma nell’opera io ho inserito degli elementi filosofici. 

Io penso che l’Arte debba far pensare …

L’Italia è sorgiva per gli artisti dei vari segmenti? Roma, la Toscana, il Sud, la “vetrina ombelicale” milanese cosa offrono adesso? Se come artista mi confronto con i miei colleghi all’estero mi viene da pensare che la società e lo Stato, in particolare, non dà nessun aiuto agli artisti neofiti o maestri che siano …

In molte nazioni gli artisti percepiscono dallo Stato uno stipendio o delle sovvenzioni e i comuni mettono a disposizione, gratuitamente, gli spazi espositivi.

Trovare in Italia chi supporti l’artista è, sicuramente, una meta spesso irraggiungibile, specialmente, per i giovani.

Roma e alcuni centri storici della Toscana, a mio parere, hanno più location espositive e più passaggio turistico, specialmente, da parte degli stranieri, motivo per cui offrono più visibilità. Il Sud oggi, per fortuna, grazie alla costanza e perseveranza di alcuni sindaci illuminati, sta rivalutando alcuni luoghi storici delle proprie città e li sta trasformando in poli culturali con notevoli spazi espositivi per realizzare mostre di artisti contemporanei famosi, ma anche emergenti. 

A Milano ho esposto poche volte e mi piacerebbe in futuro organizzare una mia personale, però in un ambiente consono al mio stile.

La mostra perfetta secondo me è quando le opere si “fondono” con l’ambiente che le accoglie … 

Pensi di avere una visibilità congrua, e perché? Penso di sì, perché utilizzo molto i social network per mostrare le mie opere.

Quanti “addetti ai lavori” ti seguono? Avendo una forte presenza sui social ho contatti con gallerie d’arte, critici e curatori di tantissime nazioni.

Quali linee operative pensi di tracciare nell’immediato futuro, sia come artista e sia come art curator e artRoma promoter? Mi hanno proposto di allestire delle mostre personali sia in Italia che all’estero. Sicuramente, in quest’anno proporrò la mia ultima produzione in alcune di esse. 

Come promotore d’arte ho in programma diversi eventi a Roma, Milano, Venezia, Madrid e, forse, Parigi.

Pensi che sia difficile riuscire a penetrare le frontiere dell’arte? Quanti, secondo te, riescono a saper “leggere” l’arte contemporanea e a districarsi tra le “mistificazioni” e le “provocazioni”? La vera opera d’arte ti arriva diretta, come un pugno nello stomaco, ti coinvolge e provoca in te un sentimento particolare, ti emoziona e ti travolge; è come se l’osservatore entrasse a far parte di essa.  Il mio concetto di arte è “sacrale”, secondo me l’Arte, la vera Arte è un ponte fra l’uomo e il Divino.  Detto questo, anche per mia diretta esperienza come artista-gallerista-curatore, l’opera d’arte ha un odore …  per chi lo sa sentire … te ne accorgi subito se ciò che hai davanti agli occhi è fatto con arte (vedi Amore) o è una bruttura partorita dall’artista della domenica …

La provazione io l’accetto, perché in teoria dovrebbe far pensare …, ma ci sono provocazioni che nascondono solo intenti pubblicitari e di dubbio gusto …

I “social” t’appoggiano, ne fai uso quotidiano? Certo, io, costantemente, promuovo le mie opere, quelle dei miei artisti sui maggiori social network.

Con chi ti farebbe piacere collaborare tra critico, artista, art-promoter per metter su una mostra o una rassegna estesa di artisti collimanti con la tua ultima produzione? Sicuramente con un critico o un art promoter. 

Noi artisti siamo troppo emotivamente coinvolti e non abbiamo la giusta lucidità di discernimento o sopravvalutiamo le nostre creazioni.

Perché il pubblico dovrebbe ricordarsi dei tuoi impegni? Una forte pubblicità su Fb, Linkedin, Twitter e Instagram, oltre che dare visibilità, serve anche per far ricordare le date degli eventi. 

Pensi che sia giusto avvicinare i giovani e presentare l’arte in ambito scolastico, accademico, universitario e con quali metodi educativi esemplari?

R – Certo che è giusto; fin da piccoli i bambini andrebbero portati nelle gallerie e nei musei, affinché i loro occhi si possano riempire di bellezza.

E’ importante insegnare loro a collocare l’opera d’arte nel periodo storico in cui è stata eseguita e spiegare anche il perché ed il percome è stata realizzata … 

Gli studenti dei licei artistici e delle accademie dovrebbero essere stimolati con visite guidate anche negli studi degli artisti contemporanei per potersi confrontare, anche perché quello dovrebbe essere il loro futuro lavoro …

Il senso di bellezza, purtroppo, non è sempre presente, non tutti abitano a Piazza Navona o a Trinità dei Monti …  

Le periferie delle città, problema che ci portiamo da cento anni, creano agglomerati di cemento invivibili, ove la cultura viene sopraffatta da bisogni più diretti e primari.

Chi ha il coraggio di aprire degli spazi d’arte in quei siti (e ha tutta la mia ammirazione) combatte costantemente una grande battaglia.

Prossime mosse, a Roma, …? Come Galleria d’Arte Mega Art abbiamo in previsione mostre a Roma in via del Corso, a Venezia in una galleria sul Canal Grande, a Madrid nel centro storico e a Milano in una galleria centrale.

Come artista esporrò una mia recente opera al “Museo Crocetti” a Roma, un importantissimo evento organizzato dal critico d’arte Maurizio Vitiello e dal curatore Giorgio Bertozzi e colgo quest’occasione per ringraziare entrambi per questa opportunità.

Che futuro si prevede post-Covid-19, dopo le varianti delta e omicron 1, 2 e 3?

Io non sono un medico, né un virologo, però, vedo che il virus ha continue mutazioni, perciò, secondo me, l’unico modo per venirne fuori è vaccinarsi in massa, in modo tale da attenuare i sintomi e le conseguenze di questo virus.

Maurizio Vitiello