VerbumPress

La poesia in Italia oggi

Perché ci sono persone che scrivono solo poesie e altri racconti e chi passa da un genere e l’altro con la leggerezza di una farfalla che svolazza leggera sui fiori?

Probabilmente non è solo una questione di sensibilità o di attitudine, credo piuttosto che chi preferisca un genere all’altro, lo faccia per una questione caratteriale, c’è chi sente la necessità di condensare in pochi versi un universo di emozioni e chi invece preferisce raccontare dettagli e descrivere passo, passo, ogni sensazione.

Cambiano invece i gusti dei lettori, ma soprattutto la formazione culturale, nel nostro Paese la considerazione della figura del poeta è meno sentita rispetto a uno scrittore, così pure la collocazione della poesia all’interno della cultura popolare occupa un posto quasi marginale.

La poesia in Italia è da sempre considerata un genere per lo più per pochi appassionati e affezionati lettori, a scuola addirittura considerato un noioso obbligo scolastico, una volta avevamo anche  l’obbligo di imparare a memoria, oggi la scuola  si limita ad analisi e commenti molto più semplici  e con la diffusione su internet di siti, dove trovi parafrasi e commenti già preconfezionati, ha ridotto lo studio degli studenti ad un semplice e più comodo copia e incolla, senza uno studio approfondito di ricerca.

Per questo, anche a livello editoriale, la poesia è la cenerentola del panorama letterario, non consentendo agli operatori possibilità di guadagno, per cui viene considerato un genere non redditizio e dove non c’è un guadagno non viene neppure preso in considerazione la pubblicazione. 

Ciò nonostante in Italia ci sono ancora valide case editrici specializzate che cercano di sopravvivere unitamente a prestigiosi festival poetici, spesso anche molto frequentati. 

Inoltre, e su questo bisogna essere più critici e consapevoli, che un enorme numero di italiani si diletta nel comporre versi e ambisce al titolo di “poeta”.  

Naturalmente scrivere una poesia non basta andare a capo, per scrivere una poesia richiede una fatica notevole, soprattutto avere il coraggio di mettersi allo scoperto mostrando la nostra fragilità. 

La verità è che in Italia la poesia non occupa il posto che le compete e neppure la figura del poeta ha una sua corretta collocazione e importanza, anzi continua a vivere in un Limbo etereo fatto per pochi eletti, quei pochi che le leggeranno.

  È difficile dire se la responsabilità appartenga o meno ai poeti stessi, di sicuro i numerosi Concorsi sparsi su tutto il Territorio, hanno svuotato il vero senso di fare poesia con merito e sostanza, in altre parole abbiamo permesso il diffondersi di una cattiva poesia che ha svuotato il vero senso e il valore della stessa nella sua più alta definizione.

Il valore educativo e formativo della poesia va recuperato e diffuso tra i giovani perché è suo compito primario illuminare e rischiarare le coscienze di questa nuova generazione che ha tanto da dire e tanto da fare, superare le antiche strutture ritmiche, rimaste sostanzialmente immutate fino all’Ottocento,  a favore di un verso libero più spontaneo e più vicino all’anima del poeta, che rappresenta la reazione  agli schemi formali, lontani dalla sensibilità dell’uomo moderno e  considerati perciò inautentici.

Lo capì lo stesso Gabriele che abbandonò la metrica tradizionale e delle rime (delle quali Eugenio Montale diceva che sono più noiose delle dame di San Vincenzo) dopo un processo molto lungo, compose nel giorno di ferragosto del 1900, la lirica “Le Ore marine”.  

Oggi esiste solo la poesia lirica a verso libero come semplice discorso poetico personale.  

Dopo secoli di tradizione, dalle origini della letteratura italiana al XX secolo, la poesia è diventata un elemento più democratico, però, nella poesia contemporanea, si possono sempre trovare piccoli elementi ritmici predominanti, risalire a dei ritmemi, a dei suoni o a delle immagini ricorrenti. 

Sono queste costanti che definiscono lo stile di un poeta contemporaneo.

Perciò ogni disquisizione stilistica, oggi, lascia il tempo che trova.

*Regina Resta, presidente Verbumlandiart

Regina Resta