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Feste natalizie nella Polonia del 2021

L’orizzonte della Polonia alla fine di quest’anno forse non è stato mai così cupo da quando nel paese ci fu la svolta democratica nel 1989. Da un lato la pandemia e la crescente inflazione, dall’altro lo scontro con l’Unione Europea sull’erosione dello stato di diritto che si è aggravato negli ultimi mesi e ha portato al blocco degli aiuti del Fondo Europeo della Ricostruzione. C’è poi la gravissima situazione sulla frontiera polacco-bielorussa con la “guerra ibrida” portata avanti dal presidente della Bielorussia, Lukashenko, che si serve dei profughi disperati, provenienti  in maggioranza dal Vicino e Medio Oriente, per destabilizzare la sicurezza del paese i cui limiti orientali sono anche quelli della stessa Unione Europea. E non sono neanche da sottovalutare le tensioni causate dall’imposizione di norme molto restrittive sulla questione dell’aborto che hanno provocato una larga ondata di proteste non solo delle donne e hanno creato, com’è nel caso di altri provvedimenti adottati dalle autorità conservatrici del P i S (partito Diritto e Giustizia, al potere dal 2015) una netta polarizzazione della società. 

Ma nonostante tutto la magia del Natale polacco non perde la sua forza di ammaliare e a Varsavia imponenti illuminazioni trasmettono una incantevole atmosfera festiva. Le feste di Natale sono infatti le più importanti e sentite in Polonia e le sue tradizioni e usanze sono conservate con grande cura. Molte sono in comune con le tradizioni natalizie italiane come  addobbare l’albero di Natale, ma vi sono alcune particolarità. Gli auguri di Natale si fanno tra i commensali scambiandosi l’opłatek, l’ostia rettangolare con raffigurazioni della Natività, a tavola si lascia un posto in più per un ospite inatteso e sotto la tovaglia si nasconde del fieno. 

Per quanto riguarda le specialità culinarie, in Polonia viene data forse addirittura più importanza al cibo che in Italia. Così nelle tradizioni natalizie polacche vengono rigorosamente servite durante la cena della Vigilia ben dodici portate diverse. Il numero dodici dovrebbe simboleggiare i dodici apostoli ma si riferisce anche ai dodici mesi dell’anno. Le credenze popolari dicono che assaggiare almeno un po’ di ogni pietanza dovrebbe portare fortuna nell’Anno Nuovo.

Tra questi piatti, nessuno può essere a base di carne. Il pesce invece non solo è ammesso, ma fra le portate d’obbligo c’è sempre la carpa, anche se in ogni casa viene preparata secondo le ricette particolari. Una delle più diffuse è la carpa “all’ebraica”, piatto della cucina ashkenazita degli ebrei polacchi che ormai primeggia tra le pietanze del tavolo della Vigilia in Polonia. Si tratta di una carpa servita fredda, nella sua gelatina con uvetta, petali di mandorla, fette di carota e uovo.  

Oltre alla carpa, il più importante pesce natalizio in Polonia è l’aringa. Anche in questo caso vi sono tanti modi per prepararla, per lo più marinata con olio, aceto e cipolla, a volte con panna acida.

Il piatto immancabile che di solito apre la cena  natalizia è il “barszcz” , la zuppa di barbabietole con raviolini ripieni di funghi, a volte anche con crauti e cipolla.

Spesso la zuppa di barbabietole viene sostituita o accompagnata dalla profumatissima zuppa di funghi porcini.

Un’altra pietanza sempre presente sulla tavola natalizia polacca sono i ”pierogi”, un tipo di ravioli con diversi ripieni, con la carne o con crauti e funghi.  Naturalmente la sera della Vigilia si sceglie la seconda versione, senza carne. A ciò si aggiungono altri piatti preparati con la verza tra cui i famosi “gołąbki” (colombe), involtini con ripieno di grano saraceno e funghi.

D’obbligo è anche l’insalata conosciuta in Italia come “russa”, anche se in Polonia viene chiamata semplicemente “insalata di verdure” di cui ogni famiglia custodisce una versione differente.

Passando ai dolci natalizi, i più popolari sono “piernik”, cioè il pan di zenzero e “makowiec”, un dolce con semi di papavero (mak in polacco) che è un simbolo di fertilità e di tranquillità. Poi viene servito il “kompot”, composta a base di frutta come prugne, mele, pere, albicocche e scorza d’arancio . 

Al termine della cena, come in Italia, c’è lo scambio di regali che si trovano sotto l’albero, si cantano i canti natalizi e si va in chiesa per la Messa di Mezzanotte (Pasterka). 

I giorni festeggiati in Italia come Natale e Santo Stefano in Polonia vengono chiamati Primo e Secondo giorno di Natale. Anche questi giorni sono dedicati a copiosi pranzi in famiglia e con amici, basati su ricette regionali e sulle tradizioni delle rispettive case. La serata della Vigilia e tutto il Natale vengono accompagnati da “Kolędy”, caratteristici canti natalizi polacchi , con bellissimi e struggenti melodie. Il loro repertorio nasce addirittura  nel XV secolo, ancora in latino, per prendere dal XVI secolo in poi la forma vernacolare. Uno di questi canti, “Lulajże Jezuniu” (Dormi, Bambin Gesù), composto probabilmente nel XVII secolo e tra i più popolari, venne inserito da Fryderyk Chopin nel suo Scherzo n.1 in Si minore op.20, quando lontano dalla patria, esprimeva la malinconia del primo Natale trascorso fuori dall’amata Polonia e senza il calore dei suoi familiari. 

Una parte importante nella celebrazione del Natale in Polonia occupa l’allestimento della “szopka” (presepe). Nel corso del XVIII secolo, a Cracovia, si diffuse tra i muratori e i falegnami l’usanza di costruire piccole capanne con raffigurazioni della Natività da mettere sotto l’albero di Natale e altre, più grandi, composte in modo da poter riprodurre uno spettacolo di burattini, una specie di teatro ambulante. 

Si tratta di vere e proprie opere d’arte, dal 2018 sotto il Patrimonio dell’ UNESCO. Includono molti dettagli colorati, monumenti ed edifici cittadini, per lo più cattedrali di stile gotico, ma anche protagonisti della vita nazionale e della politica, sia del passato che del presente e scene che riguardano eventi storici e culturali di rilievo. Dal 1937 si svolge a Cracovia nei primi di dicembre, a cura del Museo Storico della città, l’annuale concorso dei presepi che vengono portati nella centrale Piazza del Mercato ed esposti alla base del monumento al sommo poeta romantico Adam Mickiewicz. 

Cracovia non ha comunque l’esclusiva dei presepi in Polonia. Uno dei più belli si trova nella chiesa dei Padri Cappuccini a Varsavia. Il suo arredamento e i suoi personaggi cambiano ogni anno riflettendo gli eventi attuali nel paese e nel mondo e svolse, in modo particolare, un ruolo durante il regime comunista e il periodo della legge marziale per i suoi riferimenti all’opposizione democratica e al movimento di Solidarność.

*Elżbieta Cywiak, giornalista

Elzbieta Cywiak