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Dove ci eravamo lasciati?

Tra nuovi “muri” e covid19, il Natale del 2021 visto da Verbum Press

Nello scorso numero di ottobre abbiamo “aperto” l’editoriale con il ventennale dell’attentato al World Trade Center, che ci ha cambiato ed ha segnato una svolta nella nostra storia contemporanea, per raccontare la storia di oggi.  Una storia che si avviluppa su sé stessa e si ripete (again!) nella sua forma più tragica. 

In agosto, a Kabul, abbiamo visto i diritti umani “evacuare” frettolosamente nell’ambito di quello che verrà ricordato come il primo cocente “fallimento” in politica estera di Joe Biden. Il tramonto dell’uguaglianza e il trionfo della barbarie che, secondo il New York Times, riflette la storia di vent’anni di guerra segnati dalla disconnessione tra la diplomazia americana e la realtà sul terreno. Parole segnanti. 

Del resto, come ripetuto spesso dal politologo statunitense Samuel P. Huntington nel suo Lo scontro delle civiltà del 1996, nel mondo post-Guerra fredda le principali distinzioni tra i vari popoli non saranno di carattere ideologico, politico o economico, bensì culturale. Le linee di faglia tra le civiltà saranno quelle sulle quali si consumeranno le battaglie del futuro, popoli e nazioni tentano di rispondere alla più basilare delle domane: chi siamo? 

Citando il giornalista britannico Gideon Rachman “la fine di Kabul potrebbe rappresentare l’inizio del mondo post-americano”, nella capitale afghana le “chiavi della supremazia globale” ha affermato Robert D. Kaplan sul The Spectator. Il ritiro dall’Afghanistan segna il declino dell’impero americano, momentaneo o duraturo lo scopriremo presto, così come è chiara ormai l’ascesa della Cina e della Russia

E proprio di confini si continua a parlare perché negli ultimi due mesi abbiamo assistito a qualcosa che sembrava lontano, e che invece ha bussato alle nostre “porte” in maniera fragorosa. Tra la Polonia e la Bielorussia: il confine militarizzato più lungo d’Europa.

Il 2 settembre 2021 la Polonia ha dichiarato lo stato d’emergenza nelle aree al confine con la Bielorussia di Aleksandr Lukašenko, presidente della repubblica presidenziale dal 1994, a causa del passaggio di migranti. Da quel giorno, migliaia di immagini hanno inondato media e social internazionali, istantanee di sguardi di donne e bambini persi nel vuoto tra foreste, fili spinati e cieli grigi pieni di solitudine. 

Il 7 ottobre i ministri dell’Interno di dodici Paesi dell’Unione Europea – Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lituania, Lettonia, Polonia e Slovacchia – hanno chiesto a gran voce a Bruxelles di finanziare con fondi europei la costruzione di muri alle frontiere esterne. Ironia della “storia”: a quasi un mese dall’anniversario della caduta del muro di Berlino. 

In tutto questo il governo di Baghdad ha dichiarato che il 18 novembre ci sarebbe stato il primo volo di rimpatrio da Minsk, due giorni prima gli occhi del Mondo hanno puntato lo sguardo al confine militarizzato europeo per le immagini che vedevano coinvolti i migranti respinti dall’acqua gelida degli idranti su donne, bambini e umanità inerme. L’accesso alla stampa indipendente in Bielorussia è infatti limitato, la “guerra ibrida” tra Minsk e Varsavia è soprattutto una guerra di propaganda, Minsk diffonde le foto delle carovane dirette alla frontiera europea, Varsavia risponde con immagini di soldati schierati dietro il filo spinato.

Tanta disperazione tra sguardi pieni di paura.  

Nei boschi intorno al tratto militarizzato si sono organizzati rifugi in vecchie abitazioni o capanne di legno abbandonate, basi ideali per i volontari che preparano tè caldo, coperte, scarpe, abiti pesanti, acqua e medicine da distribuire ai migranti nella foresta. Situazione complicata per gli stessi volontari, le autorità non vedono bene le loro attività e aggressioni e minacce sono continue.

Come arrivano i migranti?

Da Ebril, in Iraq, i migranti di solito viaggiano in aereo fino a Baghdad e poi proseguono per la Bielorussia facendo scalo a Damasco, a Dubai o a Istanbul, mentre dal Libano i migranti vanno via terra fino a Damasco e poi volano a Minsk direttamente o via Istanbul. 

Cosa succederà se la provocazione al confine polacco otterrà il suo effetto e la fanteria russa entrerà temporaneamente nella Repubblica di Bielorussia?

La Russia acquisirebbe di fatto il controllo sulla Bielorussia, l’integrazione militare sarebbe seguita da quella delle istituzioni civili, Lukašenko diventerebbe insostituibile per Putin, perché la legittimità della presenza russa dipenderebbe dal suo consenso. Fantapolitica?

Intanto i nodi della politica, in queste e nelle prossime ore, continueranno a intrecciarsi sempre di più con quelli della crisi umanitaria che ancora una volta l’Unione Europea si trova a gestire, fino adesso – nonostante la grande esperienza della Merkel (alla fine della sua corsa) – in maniera poco incisiva. 

Infine il covid19 continua a influenzare le nostre vite e le complesse trame della politica internazionale, con “ritorni” e “ondate” più o meno evidenti e polemiche tra “no Vax” e popolazione civile, sì, proprio la civiltà nella sua accezione più ampia che sembra stia venendo a mancare al termine di questo 2021.

Ed ecco il numero di dicembre, il decimo della “nostra storia” che ho l’onore di dirigere da gennaio 2020 e che vede due copertine con le opere di due grandi artisti: Miriam Rizzo e Fabio Pilato. Una sorpresa per i nostri lettori, spero gradita, così come la vignetta di Irene Caltabiano, in arte SuperCalta, che ci “regala” l’arte del fumetto. Dal Natale ai classici temi della nostra rivista non mancheranno i tanti contributi culturali: da Grazia Deledda a Petrarca, da Adalbert Stifter alle storie dei prigionieri di guerra.  Uno sguardo alla società da John Dewey a Silvano Ceccherini, da Ana Mendieta a Midaregami, storia di una memorabile impresa aerea. E poi le nostre rubriche come #Bollespaziali che in questo numero ci pone un interrogativo affascinante: E se i Magi non avessero seguito una cometa? E ancora tanti consigli di lettura e il Manifesto di “Catena Donna”, movimento nato dall’intensa attività della nostra editrice Regina Resta

Circa quaranta autori per altrettanti contributi e il nuovo ingresso in redazione di Francesca Anedda, storica dell’arte.

Buon Natale da tutta la redazione di Verbum Press.

*Roberto Sciarrone, dottore di ricerca in Storia dell’Europa, Sapienza Università di Roma

Roberto Sciarrone

Direttore responsabile di Verbum Press