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Scultura sacra, energia dell’anima

Lecce: arredo liturgico in marmo dell’artista molisano Michele Caràfa

La consistenza della pietra nella duttilità della forma. E’ l’esito della performante espressività, variamente composta dallo scultore Michele CARÀFA (Termoli [CB], 1972, docente nel Liceo artistico), per l’erigenda chiesa di san Pio, a Lecce. Oltre 25 tonnellate di marmo di Carraranell’allestimento del corredo cultuale a servizio delle funzioni religiose. 

Sono stati realizzati: altare maggiore con tabernacolo; l’ambone per l’annuncio della Parola all’assemblea dei fedeli. Commissionati, inoltre, all’artista termolese: il fonte battesimale, per inaugurare l’ingresso nella comunità e una cathedra sacerdotale, per l’officio sacro. All’esterno, nell’area di verde attrezzato, attigua al sagrato, sarà eretto un monumento a san Francesco, che, nella galleria scultorea di M. Caràfa, testimonierà il patrocinio oratoriale ai frequentatori del nuovo angolo urbanizzato nel capoluogo salentino, dove il complesso edificato sarà inaugurato in tardo autunno, con il parroco Fernando DORIA.

Complessivamente, l’allestimento scultoreo dialogherà – in dinamico slancio di linee architettoniche e rappresentazioni simboliche – sia con la verticalità della guglia a spirale, all’esterno, e, dentro la chiesa, anche con le iperboli celesti delle volte neo-gotiche, progettate dall’arch. Angelo MOLFETTA, per incrociare volumetrie arrotondate ed angolari rimandi spirituali. Nella scultura di Caràfa, la corposa potenza della materia, sublimata, ad esempio, nella densità funzionale dell’altare della celebrazione, si dinamizza in tutte le altre esecuzioni. È il suggello dello scultore, dichiaratamente ispirato dalla valenza devozionale delle celebrazioni ecclesiali. L’intento artistico è, infatti, la tutela dell’ancoraggio del messaggio cristiano all’anelito profondo della domanda spirituale del fedele, il vero “inquilino” di questo ambiente dell’accoglienza comunitaria. 

Agenda della Conferenza Episcopale Italiana, che Caràfa ha fatto subito sua quando nel lontano 2012 l’allora arcivescovo, mons. Domenico Umberto D’AMBROSIO, ha dato il via all’erezione di san Pio, indirizzando alla densità del messaggio l’esperta consapevolezza dello scultore molisano. L’artista è, infatti, notoriamente apprezzato nel perimetro estetico del sacro, per la consumata esperienza nel miscelare energie di pietra e metalli, ostici ingredienti delle sue trasformazioni, con immediata leggibilità di profondi contenuti tematici. Succede nel basamento del leggìo carafiano, con la levità di Angeli e lo stupore delle Pie donne al Sepolcro, rovesciato per la misteriosa Resurrezione di Nostro Signore. Si rileva come immediata acquisizione di una complessità evangelica. 

Così si è davanti ad un’arte sacra, che non vuole stupire, capace solo di interpellare la coscienza, impastando – nella lezione dello scultore Michele Caràfa – spessore dell’opera cristiana con spigolosità della vicenda terrena.

*Paolo G. Rico, giornalista e saggista