VerbumPress

Lo spirito del Natale e la capacità di condivisione

Raccontare il Natale oggi, in Europa, dopo la riunione della Commissione Europea dopo La direttiva Union of Equality

Il 25 è la data presunta della nascita di Gesù e rappresenta la nostra storicizzazione in Europa. Usando i versi di Leopardi sommo poeta: 

Il giorno natale, in cui cioè si è nati: qual sì nefando eccesso Macchiommi anzi il n., onde sì torvo Il ciel mi fosse e di fortuna il volto? 

È l’inizio di tutti noi nella storia in effetti. Vengono segnati i nostri Natali esprimendo il nostro tempo e i nostri giorni in tutto il Mondo a partire dal cristianesimo che ha segnato la vita di Gesù documentandola. Una religione storicizzata quella del cristianesimo che appartiene ad una tradizione secolare. 

La direttiva Union of Equality per non offendere non riconosce il tempo che passa e reputa offensivo chiamare anziani e definisce opportuno definirli “popolazione adulta”, non dare nomi che ricordano l’agiografia e la storia del nostro mondo per dare una neutralità completa e impedire ad altri di confrontarsi, per finire ad augurare solo buone ferie e non festività. 

È uscita una piccola raccolta di poesie, Il Natale-Antologia di poeti del’900, pubblicata come Strenna del Pesce d’Oro per il 1962.  Un periodo lontano da questa attenzione a cambiare in nome di un eguaglianza le persone e la loro identità unica e irripetibile. 

Un Natale in cui non ci si dovrà scambiare pensieri in segno di amore per: la vita, la natura, l’attenzione dell’altro, la comprensione, il rispetto e la condivisione.  Così mi piace pensare in un momento di: distanziamento fisico dovuto alla pandemia Covid19, Green Pass e Agenda 30 per l’economia ad un Natale poetico raccolto come questa collezione. 

Del resto era un periodo il 1962 in cui si costruiva ancora per incontrarsi nelle piazze, non nei centri commerciali a scorrimento e la sera si formavano cenacoli. I bravi poeti come i pensatori sono ambientalisti senza saperlo. Immaginare un mondo nuovo, solo se si riesce a definire il tempo, lo spazio e i sentimenti. Il digitale tende a dare l’illusione di un continuo temporale, fisico e di luogo. Non come quando esci e ti imbatti nelle foglie arancio, giallo marroni hanno ormai coperto le strade lasciando le braccia nude dei rami stagliate verso l’alto. La notte arriva in fretta e la luce delle vetrine o delle auto si riflette sulla strada lucida bagnata dalla pioggia. 

La poesia ti trova, ti emoziona in un canto, un profumo, nei versi: 

Il verde è conforto

promessa di pace, una fortezza contro il freddo ( ma questo non dicemmo) una sfida sulla dura conchiglia della neve.

Il verde ( questo possiamo averlo detto) dove si imboscano e volano gli uccelli 

e levano il loro

pigolio di raduno, il verde che 

blocca e abbatte per loro

i colpi della bufera

piovuti alla cieca. Verdi rami

d’avere piegati sotto un peso di neve- Trasformati!

William Carlos Williams (1883-1963), tradotto da Vittorio Sereni, vengono da Bruciando il verde natalizio. 

La nebbia rosa

e l’aria dei freddo vapori

arrugginiti con la sera, 

il fischio del battello che sparve 

nel lago delle campane. 

Un triste davanzale, 

Venezia che abbruna le rose

sul grande canale.

Cadute le stelle, cadute le rose

Nel vento che porta il Natale.

Dopo questi versi sento il tempo che passa in me e mi è difficile usare la nuova espressione “popolazione adulta “ al posto di anziani e la dignità della vita che trasmettono. Così questi versi si fanno strada tra le righe i versi di un poeta tedesco Hans Carosi di origini veronesi tradotto da Diego Valeri nella raccolta:

Nevicò su la casa di tua madre, 

Ed essa ancora non sapeva nulla

Di te, nulla, nemmeno con quali

occhi

La guarderesti. 

Il pensiero non lo puoi confinare, recintare … lo puoi conoscere quando si manifesta è nella forza d’animo di un poeta come Giuseppe Ungaretti è un detonatore di emozioni per l’Europa in cerca di sè: 

Natale

Non ho voglia

di tuffarmi

in un gomitolo

di strade

Ho tanta

stanchezza

sulle spalle

Lasciatemi così

come una

cosa

posata

in un

angolo

e dimenticata

Qui

non si sente

altro

che il caldo buono

Sto

con le quattro

capriole

di fumo

del focolare.

Il Natale è tra le feste più conosciute sentite tra i cristiani e non solo. 

Lo cena, lo scambio dei doni fa riscoprire il piacere della convivialità e del riconoscimento dell’altro passando tempo assieme e scambiando doni. Si esce dai propri particolarismi e si riscopre il senso della famiglia e di sapersi dedicare agli altri e a sè stessi.  Tra le luci degli alberi e dei festini il folclore pagano e Cristiano si incontrano e la figura di Babbo Natale affianca Gesù bambino col presepe.

*Valentina Ughetto, scrittrice

Valentina Ughetto