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Intervista al poeta Antonio Spagnuolo, tradotto in molte lingue

Il caro e bravo Antonio Spagnuolo è nato a Napoli, nel 1931, ed è stato medico di professione, nonché poeta, critico letterario, scrittore e autore di testi teatrali. 

Fra le sue numerose pubblicazioni, le più recenti sono: “Canzoniere dell’assenza”, Kairós 2018; “Istanti o frenesie”, Puntoacapo Editrice 2019; “Polveri nell’ombra”, Oedipus 2019, “Ricami dalle frane”, Oedipus 2021; quest’ultima raccolta sta avendo un notevole successo. 

È stato citato da Alberto Asor Rosa nei volumi “Dizionario della letteratura italiana del Novecento” e “Letteratura italiana” (Einaudi), e ancora: Carmine Di Biase nel volume “La letteratura come valore”; Matteo d’Ambrosio nel volume “La poesia a Napoli dal 1940 al 1987”; Gio Ferri nei volumi “La ragione poetica” e “Forme barocche della poesia contemporanea”; Stefano Lanuzza nel volume “Lo sparviero sul pugno”; Felice Piemontese nel volume “Autodizionario degli scrittori italiani”; Corrado Ruggiero nel volume “Verso dove”; Alberto Cappi nel volume “In atto di poesia”; Ettore Bonessio di Terzet nel volume “Genova-Napoli due capitali della poesia”; Dante Maffia nel volume “La poesia italiana verso il nuovo millennio”; Sandro Montalto in “Forme concrete della poesia contemporanea” e “Compendio di eresia”; Ciro Vitiello nel volume “Antologia della poesia italiana contemporanea”, Plinio Perilli in “Come l’ombra di una nuvola sull’acqua”; Carlo Di Lieto in “La bella afasia” , oltre a Domenico Rea, Mario Pomilio, D. Cara, M. Fresa, G. Linguaglossa, M. Lunetta, G. Manacorda, Gian Battista Nazzaro, G. Panella, Nazario Pardini, Ugo Piscopo, G. Raboni, E. Rega, Carlangelo Mauro, e molti altri …

Ha dato vita negli anni ‘70 alla rivista “Prospettive culturali”, che si avvaleva di firme prestigiose; ricordiamo quella di Raffaello Causa, tra le tante. 

Ha fondato e diretto la collana “L’assedio della poesia”, dal 1991 al 2006, che era molto seguita.

Tra gli ultimi riconoscimenti nel 2014, al “Camaiore”, gli è stato attribuito il premio speciale della giuria. 

Nel 2017 ha ricevuto il “Lauro d’oro” alla carriera. 

Nel 2019 è insignito a Roma del “Premio per l’eccellenza”, premio “Silarus 2020”. 

E’ presente in numerose mostre di poesia visiva nazionali e internazionali, è inserito in molte antologie, collabora, da lucidissimo novantenne, a periodici e riviste di varia cultura e attualmente dirige la collana “Le parole della Sybilla”, per l’editore Kairós, e in rete la rassegna “Poetrydream”. 

Presiede la Giuria del premio “L’assedio della poesia 2020”. 

E’ stato tradotto in arabo, rumeno, inglese, francese, spagnolo, turco, greco; il che la dice lunga sulla sua sostanza poetica di spettro mondiale.

Hai ricevuto una targa-premio a Palma Campania, durante la manifestazione “Iris Fashion Show”, che ha suscitato vivissimo interesse, pilotata da Rosa Ferrante, Presidente dell’Associazione Culturale Naturae.

Sei stato omaggiato, degnamente, in un pubblico meeting; sei stato contento nel partecipare a questa manifestazione? Ricevere un riconoscimento alla “carriera” è sempre motivo di orgoglio e di gioia. Ho trascorso una vita intera in nome della poesia e sono contento di raccogliere numerosi consensi. 

Puoi segnalare tutto il tuo percorso di studi? Devo precisare che i miei studi sono iniziati sin da giovane età. Il periodo liceale mi stimolava decisamente per la letteratura e le materie umanistiche. La scelta del percorso universitario in medicina è stata maturata dalla linea familiare, essendo figlio e nipote di medici.   

Puoi definire e sintetizzare i desideri iniziali e i sentieri che avevi intenzione di seguire? Alla licenza liceale il dubbio di scelta fra lettere e medicina sinceramente mi ha turbato, e non poco. Il professore di italiano, il caro Antonio Altamura, mi invogliava e stimolava con il suo bagaglio culturale.

Quando è iniziata la voglia di affrontare la medicina e quando la voglia di produrre poesia”? Intanto la medicina era un abito già cucito nel mio cervello, perché la figura di mio padre incuteva soggezione e alimentava il desiderio di emulazione. In effetti sentivo che la professione di medico si confaceva con le mie capacità. Contemporaneamente la passione per la poesia accompagnava le mie giornate con insistenza e con meravigliosa esultanza.

Mi puoi indicare i poeti bravi che hai conosciuto e con cui hai operato, eventualmente “a due mani”? Tra i miei primi contatti, che rimontano ai miei diciotto anni, figurano i poeti Lionello Fiumi e Aldo Capasso, con i quali collaborai come redattore della loro rivista “Realtà”. L’incontro più significativo è stato quello con Umberto Saba, che purtroppo durò breve tempo, perché morì nel 1957. Un ricordo felicissimo è l’amicizia calorosa con Domenico Rea, uomo geniale e napoletanaccio policromatico.  

Quali sono le tue raccolte da ricordare? Un volume che segna la svolta della mia ricerca poetica è “Candida”, edito da Guida nel 1985 con prefazione del compianto Mario Pomilio. Questo volume mi aprì l’ingresso nella “Letteratura italiana” curata da Asor Rosa. Altro volume da segnalare è “Rapinando alfabeti” del 2001 con prefazione di Plinio Perilli, volume che segna l’ulteriore maturazione della mia scrittura.

Ora, puoi specificare, segnalare e motivare la gestazione e l’esito delle tue raccolte o a quelle a cui hai partecipato? La gestazione delle mie raccolte è in effetti molto ma molto semplice. L’illuminazione che mi fulmina è una continua ebollizione nelle mie circonvoluzioni cerebrali del famoso endecasillabo. Spesso mi trovo a pensare e a parlare con un ritmo che si manifesta spontaneo, e posso dire con grande serenità che la famosa ispirazione non si manifesta quasi mai come fantasma.  

Puoi definire i temi che tratti in poesia? Ma dentro c’è la tua percezione del mondo, forse, ma quanto e perché? Tutto il tragitto della mia poesia è segnato dalla presenza dell’amore. L’amore, quello che sublima i nostri sentimenti, è determinante per l’abbraccio tenero della donna. Eros e Thanatos sono stati segnalati da tutti i critici che mi hanno onorato della loro attenzione. Purtroppo, gli ultimi miei volumi cantano la disperazione dell’assenza, perché la perdita improvvisa di mia moglie ha inciso in maniera profonda nella mia solitudine. 

L’Italia è sorgiva per i poeti dei vari segmenti? La Campania, il Sud, la “vetrina ombelicale” milanese e romana cosa offrono adesso? Non saprei cosa dire. Non ho mai seguito in maniera attiva gli sviluppi della politica in genere. Sono stato sempre lontano dalla vertigine che l’inganno sociale offre alla gioventù. L’esperienza editoriale mi conferma che tra Nord e Sud rimangono ancora aperte le differenziazioni di scelta e di produzione, lasciando lacerazioni culturali che determinano sperequazioni. Il fermento attuale che alimenta la poesia del Sud fortunatamente è ben evidente e spero che finalmente la grande editoria si accorga che esiste un panorama ricchissimo e valido.

Quali piste di maestri della poesia e quali tracce hai seguito? Molto difficile rispondere perché ho letto centinaia di volumi di poesia e non posso dire di aver seguito uno in particolare. Dopo l’entusiasmo giovanile per Gabriele D’Annunzio le letture sono seguite con ritmo incalzante e il ventaglio delle conoscenze è stato tra i più variegati.  

Pensi di avere una visibilità congrua? In questi ultimi anni fortunatamente il mio nome si afferma con frequenti riconoscimenti. L’illusione della celebrità non mi sfiora nemmeno, proprio perché credo di essere un uomo semplice e ben cosciente di non sapere nulla.  

Quanti “addetti ai lavori” ti seguono da poeta? Ho una bibliografia che credo faccia invidia. Pagine e pagine di interventi che vanno avanti sin dal 1955.

Quali linee operative pensi di tracciare nell’immediato futuro nel campo della poesia?

Non credo di essere un “maestro”, capace di segnare e tracciare una linea operativa che sia determinante. La poesia va avanti da sola e si presenta con diversi tentativi di ricerca. Posso solo dirti che questi ultimi approcci a una poesia senza il verso e senza il ritmo non li condivido e non li approvo. Non si potrà più parlare di poesia, ma di prosa poetica. 

Pensi che sia difficile riuscire a penetrare le frontiere della poesia? Quanti, secondo te, riescono a saper “leggere” la poesia? Il pubblico della poesia purtroppo è limitato. Necessita una preparazione culturale di alto livello.  

I “social” t’appoggiano, ne fai uso? Ho iniziato a frequentare i social da molti anni, perché sono una palestra aperta a tutti gli esperimenti. Da diverso tempo dirigo il blog “Poetrydream” dedicato alla poesia contemporanea e con mia meraviglia posso contare su centinaia di visitatori quotidiani.

Con chi ti farebbe piacere collaborare tra critico ed editore per metter su una raccolta estesa di poeti collimanti con la tua ultima produzione? Ho già in passato realizzato alcune antologie di poeti. Con l’editore Kairòs ho pubblicato un volume di ottocento pagine dal titolo “L’evoluzione delle forme poetiche”, che nel 2013 ha ospitato oltre duecentocinquanta autori. L’esperienza però non mi spingerebbe a tentare ancora una simile impresa perché i poeti nella maggioranza si credono tutti delle “prime donne” da non sfiorare.

Perché il pubblico dovrebbe ricordarsi dei tuoi diversi impegni? L’illusione è il sostegno della poesia. Io non aspetto un riscontro di pubblico che acclami il mio nome. Spero soltanto che i miei versi riescano a suscitare sentimenti elevati e validi, con i quali il ricordo delle mie pagine possa sostenere un substrato culturale efficiente.

Pensi che sia giusto avvicinare i giovani e presentare la poesia in ambito scolastico, accademico, universitario e con quali metodi educativi esemplari? Senza alcun dubbio! Diffondere la poesia tra i giovani studenti sarebbe una evoluzione didattica di notevole importanza. Invitare i poeti in aula è un incentivo alla educazione spirituale di sicuro successo. Io ho avuto esperienza qualche volta con alunni del liceo e con soddisfazione ho riscontrato interesse notevole. 

Prossime mosse? Alla mia veneranda età prevedere prossime mosse è impossibile. Vivo le mie giornate dedicando ore ed ore alla scrittura e sono soddisfatto dei risultati quotidiani, che bastano a sostenere i miei sentimenti.

Che futuro prevede nell’immediato post-Covid-19? R – La speranza che questa esperienza universale sia stata capace di aprire nuovi orizzonti emotivi. Certamente gli interrogativi sono stati molti e ciascuno potrebbe e dovrebbe realizzare una maturazione degna di essere vissuta nella semplicità dei sentimenti evoluti.  

Con la raccolta “Ricami dalle frane”, Oédipius edizioni 2021, continui il tuo percorso memoriale? Si. Il ricordo è l’incipit della melodia.   

Puoi segnalare una tua ultimissima poesia, da riproporre qui? 

“Prigioniera”

Era tempo di luci, a volte morbide,

attorno al tuo profilo delineato dai colori,

fra le semplici velature di foschie

lungo le strade del destino.

Le attese segrete, le parole celate,

da offrire alle scoperte della primavera

rincorrono gli sguardi arrossati dal violino,

una fresca memoria.

Il cerchio magico delle tue moine

accende il fuoco di pupille,

nel bruciore che annulla

e nel possesso di qualcosa che rimbalza

al riflesso obliquo degli squarci.

Nel vigore spossante

s’inchioda al polso il gioiello conteso

quando hai tra le mani un pezzo di cielo.

Il cristallo che ripete gli estremi

apre la sorte del tuo sguardo,

precipita a ritroso

dove tutto si piega terribilmente

nell’altrove.

ANTONIO SPAGNUOLO

*Maurizio Vitiello, critico

Maurizio Vitiello