VerbumPress

Thomas Mann, Resoconto parigino

Collana Kreuzville Aleph, traduzione di Marco Federici Solari

«Rieccola, la dolce aria di Parigi, satura di sole pallido»

Nel gennaio 1926, dopo un comodo viaggio in vagone letto, Thomas Mann approda a Parigi in compagnia della moglie. Accolto come un vero e proprio «emissario dello spirito tedesco», trascorre nove giorni nella capitale francese, durante i quali incontra grandi personalità, pronuncia discorsi, intesse relazioni. Sfrecciando in taxi da un appuntamento all’altro per una Parigi «scintillante di luci e pubblicità», Mann incrocia personaggi singolari – come la memorabile figura del conte Coudenhove, convinto di poter unificare l’Europa in capo a un paio d’anni –, ma soprattutto si confronta con scrittori, attivisti e intellettuali che stanno cercando di costruire un futuro di pace.  Fra un pranzo a base d’ostriche e un ricevimento di gala, Resoconto parigino affianca questioni epocali – quali la riconciliazione tra Francia e Germania e lo scontro tra democrazia e nazionalismi – a pagine di ciarliera e divertita mondanità. Con la sua penna prodigiosa, Mann evoca intere tradizioni culturali e interroga l’ambigua relazione tra letteratura e politica.

Thomas Mann (1875-1955) è stato uno dei maggiori scrittori del Novecento. Fin dall’esordio romanzesco con I Buddenbrook si impose come il cantore dello spirito borghese e della sua decadenza, capace di raccontare e interpretare la crisi di un’intera civiltà. Fedele alle forme tradizionali della narrazione, seppe sublimarle e condurle a profondità filosofiche e concettuali ineguagliate in novelle come Tonio Kröger e La morte a Venezia. Con La montagna magica celebrò e riassunse le tensioni culturali del suo tempo. Consacrato nel 1929 dal premio Nobel per la letteratura, all’indomani della presa del potere di Hitler si trasferì prima in Svizzera e poi negli Stati Uniti. Negli anni dell’esilio, caratterizzati da un’influente attività antinazista, si dedicò all’imponente tetralogia Giuseppe e i suoi fratelli e al Doctor Faustus, potente allegoria del sulfureo destino della Germania.

VerbumPress