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Dalla parte nostra, il “made in Italy” e i rapporti con la comunità europea

Molto importante per la definizione del made in Italy è il noto Accordo di Madrid firmato il giorno 14 aprile del 1891 che l’Italia ha integrato nel suo ordinamento dopo averlo ratificato con la nota legge n. 676 del 1967 in cui viene specificato come l’apposizione del “made in…” aveva lo scopo di definire quale fosse il vero e proprio luogo in cui veniva fabbricato uno specifico prodotto, avendo dunque l’obiettivo di accertare l’origine stessa di questo.

Il termine made in Italy dal punto di vista storico è stato meglio specificato nel corso degli anni Ottanta del Novecento dai produttori italiani con l’intento di difendere l’italianità del prodotto. Il fine dunque è quello di tutelare i prodotti dell’industria e dell’artigianato italiano da eventuali contraffazioni. Questa tutela la si vuole mantenere in particolare nei settori trainanti del made in Italy, ovvero quello agroalimentare, della moda, della meccanica e dell’arredamento. All’estero i prodotti italiani, nell’ambito di questi settori, sono correlati ad alcuni specifici aggettivi: qualità, alta specializzazione, differenziazione nella realizzazione del prodotto, eleganza per quanto riguarda in particolar modo il settore della moda. La comunità europea deve riportare i fatti legati al made in Italy ed alla tutela dei prodotti nazionali ai primi posti tra le priorità più impellenti. Il made in Italy è sicuramente più di una semplice indicazione sulla provenienza di un prodotto. Per noi italiani, innanzitutto, il made in Italy è un vero e proprio vanto, in quanto evidenza eccellenze di ogni tipo, le distingue dalla falsificazione delle produzioni estere. Abbiamo l’orgoglio di detenere nel made in Italy un vero e proprio patrimonio inestimabile: il nostro settore agroalimentare è unico al mondo, così come Ferrari, ambasciatore dei prodotti italiani nel mondo e punta di diamante dell’industria automobilistica mondiale.

Il made in Italy costituisce una ricchezza del nostro territorio, che va tutelato ed oltremodo stimolato. È il patrimonio più importante del nostro Paese, simbolo di tutto ciò che ci ha reso grande per la capacità di combinare cultura, buon gusto e genio imprenditoriale. Basterebbe questo, con tutto ciò che ne deriva in termini di ricchezza prodotta e occupazione conseguente, per capire la rilevanza della partita da giocare in difesa del made in Italy.

Si parla spesso delle minacce per la tutela del made in Italy, a cominciare dalla diffusione di prodotti che nel nome richiamano il nostro Paese, ma in realtà sono stranieri. Ci sono strumenti adeguati di difesa? Per aiutare a riconoscere i prodotti fabbricati in Italia con materie prime italiane ci sono leggi nazionali e presto saranno applicabili regole comunitarie che impongono trasparenza in materia di origine del prodotto finito e di origine degli ingredienti primari. Per punire comportamenti scorretti da parte degli imprenditori sono previsti reati e sanzioni amministrative. Ma, la tutela principale dell’industria italiana, è data dal fatto che i consumatori acquistino prodotti italiani. Dovremo tutti impegnarci in tal senso. Lo dobbiamo non soltanto per le nostre tradizioni, ma per la difesa della nostra economia e della nostra identità. Perché solo sui prodotti made in Italy viene stampato il nostro tricolore, simbolo della nostra appartenenza alla nazione più bella e più ammirata del mondo.

*Antonio Peragine, presidente Associazione Nazionale Italiani nel Mondo

Antonio Peragine