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Quote rosa anche in poesia?

Per onestà intellettuale desidero precisare che non sono un’addetta ai lavori, anzi per la verità, in campo letterario mi considero un “pesce fuor d’acqua” essendo una biologa marina. Pertanto, il seguente articolo deve intendersi come la riflessione di un’appassionata lettrice di poesia.

Navigando nel web, ho scoperto diverse poetesse di cui ignoravo l’esistenza. Ho realizzato che non ero la sola a non conoscerle. Mi sono, quindi, chiesta: quante sono le poetesse dimenticate?

La prima è addirittura del ‘200. Si tratta di Compiuta Donzella, la prima poetessa che ha scritto in volgare e che nei suoi componimenti ha espresso l’amarezza per essere sottomessa alla volontà del padre che, non volendo che diventasse suora, la costrinse a sposarsi. Essa è oggi la “voce delle malmaritate”. Di lei ci sono rimasti solo tre sonetti, due dei quali di una perfezione formale molto vicina a quella del Petrarca, a noi tutti, invece, ben noto!

Del ‘500 è la lucchese Chiara Matraini, di famiglia agiata ma non nobile, donna forte e volitiva, che osò sfidare la società del tempo pubblicando a suo nome il volume di poesie “Rime”.

Lesbia Cidonia, al secolo Paolina Secco Suardo Grismondi, era molto apprezzata nei salotti letterari della Bergamo del settecento, tanto da essere stata ammessa all’Accademia dell’Arcadia, ma un’accusa di plagio, oggi ritenuta infondata, l’ha relegata nel dimenticatoio! 

Nacque a Parigi nel 1882, Catherine Pozzi, scrittrice oltre che poetessa; anche lei è quasi del tutto sconosciuta, anima tormentata, apprezzata addirittura da Paulhan e da Rilke, suoi amici e corrispondenti, e poi da Paul Valéry, a cui la legò un amore passionale e turbolento. 

Arriviamo ora al secolo scorso: quanti di noi ricordano Clotilde Marghieri  (Napoli, 1897 – Roma, 1981) o Daria Menicanti, (Piacenza, 1914 – Mozzate, 1995)?

La prima, collaboratrice di giornali come Il Mattino, Il Mondo, il Corriere della Sera, La Nazione e il Gazzettino, esordì nella letteratura piuttosto tardi, nel 1960 ma nel 1974 vinse il premio Viareggio con “Amati Enigmi”. Era cugina del poeta Carlo Betocchi, decisamente più noto di lei!

Daria Menicanti si avvicinò alla poesia negli anni dell’Università ma solo negli anni ‘50, dopo essersi trasferita definitivamente a Milano, si dedicò completamente alla poesia che si incentra sul vissuto cittadino. La sua prima raccolta, dal titolo “Città come”, nel 1964 vinse il premio Carducci. Fu cara amica di Vittorio Sereni e della sua famiglia, anch’egli ben noto al contrario di lei!

Paola Masino (Pisa 1908 – Roma 1989) è stata poetessa, giornalista, scrittrice di romanzi che hanno anticipato tematiche femministe. Fu molto apprezzata da Pirandello che lesse il dramma “Le Tre Marie” da lei scritto a soli sedici anni, dramma che tratta la subordinazione della donna all’uomo.

Desidero concludere questa breve carrellata con Piera Oppezzo (Torino, 1934 – Verbania, 2009), autrice sfuggente e infelice. Alcune sue poesie furono apprezzate da Vincenzo Cardarelli, che le accostò a quelle di Sandro Penna e Umberto Saba, a noi tutti ben noti.

A cosa è dovuta la scarsa notorietà di queste autrici? Se per il passato il loro oblio si può spiegare con la precarietà della posizione femminile in un canone letterario tutto maschile, le recenti “omissioni” sono davvero inaccettabili. Sono convinta che molte di noi che leggono e/o scrivono poesia possano contribuire a rendere nota la loro voce, restituendo loro la notorietà che meritano!

Bibliografia essenziale

*Ester Cecere, biologa marina Cnr

Ester Cecere